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BERLUSCONI la considera vitale, ma la diminuzione della tasse deve superare ancora ostacoli, primo fra ...

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E ieri, malgrado il premier tenga a fare presto, sembra essere entrato nel mondo dell'incertezza anche il quando. Infatti Fini, a chi gli chiedeva se la riforma arriverà prima o dopo le elezioni di giugno, ha detto: «Non c'è una data». «Stiamo discutendo - ha detto il vicepremier - e non c'è una data. Dipende dai contenuti della discussione». Fra le posizioni espresse da Fini sul taglio delle tasse, vi sono il «no» a interventi che danneggino il Sud, la sanità, la sicurezza e i servizi sociali, e la sottolineatura della necessità di un confronto con le parti sociali. A vedere scuro è Giorgio La Malfa, presidente del Pri: «Siamo stati i soli nel vertice di maggioranza di qualche giorno fa a sostenere Tremonti e Berlusconi, ma - dice - mi pare che le difficoltà politiche nella maggioranza stiano crescendo». «L' idea di Berlusconi di ridurre le tasse - aggiunge La Malfa - è buona, ma è complicata e non può essere compensata con i tagli della spesa, soprattutto di quella che serve al Mezzogiorno, come le leggi d' incentivazione». A confermare che la partita della riduzione della pressione fiscale non è semplice è il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano: l'accordo nella maggioranza sulla riforma fiscale «non è certo facile», sottolinea. Quindi dichiara che «gli incentivi alle imprese finalizzati agli investimenti non vanno toccati». «Vi sono vari tipi di trasferimenti alle imprese - spiega Marzano - e io credo che gli incentivi per gli investimenti vadano anzi potenziati». Ottimista si dichiara invece il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, che è «certo che, come sempre, si troverà una soluzione positiva». Convinzione sostenuta anche dal viceministro per l'Economia e le Finanze Mario Baldassarri, secondo il quale «un accordo ci sarà perchè le posizioni non sono distanti né per i numeri né sui contenuti». Secondo Baldassarri i punti ancora in discussione riguardano i tempi delle riduzioni delle aliquote. «Tutti i ceti - ha dichiarato - devono essere coinvolti nella riduzione della tasse. Bisogna solo decidere chi adesso e chi più tardi». «Non vi è nessun contrasto» ha aggiunto, precisando che «si stanno facendo ancora i conti» necessari per determinare la tabella di marcia della riduzione delle tasse tenendo presente che si «andrà dai meno abbienti per risalire poi verso i più ricchi» nel giro di 2 o 3 anni. Quanto ai sindacati, restano predisposti negativamente. Pezzotta della Cisl dice che la riduzione «deve essere finalizzato ai fattori di sviluppo» e che invece di abbassare le aliquote sarebbe meglio «rinnovare il contratto ai lavoratori pubblici». Epifani della Cgil, singolarmente, concorda col ministro Marzano: «No al taglio degli incentivi per le imprese per reperire nuove risorse che consentano di ridurre la pressione fiscale». D. T.

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