Risparmio, Banca europea e Fmi «promuovono» Fazio

Da Francoforte infatti è arrivato un parere che critica la possibilità di revocare per legge il mandato al governatore della Banca d'Italia (il quale oggi è in carica a tempo indeterminato). Inoltre, il fondo monetario internazionale ha promosso l'attività di vigilanza da parte della Banca d'Italia stessa. Musica per le orecchie del governatore Fazio, i cui fautori hanno ora nuovi forti argomenti contro i critici dell'operato di palazzo Koch. Il fatto che la Bce abbia detto che la revoca «ex lege» del governatore è in contrasto con lo statuto del Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) e che il Fmi giudica il sistema italiano di controlli sulle banche di «standard elevato» e il lavoro dell'istituto centrale «esauriente, sofisticato e continuo», se non è di per sé un attacco al disegno di legge che anzi viene visto con favore a Francoforte, costituisce tuttavia una indicazione critica consistente. Infatti il testo attuale prevede che entro 9 mesi dalla data di entrata in vigore della legge venga nominato un nuovo governatore per la Banca d'Italia, ma per la Bce questa revoca «ex lege» non è in linea con le norme del Sebc il quale prevede che qualunque riorganizzazione di una banca centrale, con effetto sul mandato del governatore, deve consentire a quest'ultimo di restare in carica sino alla fine del suo mandato. Ora, poiché nel caso di Fazio il mandato è a vita, Francoforte suggerisce che nel testo si preveda magari un regime transitorio, Ddl di prevedere un «regime transitorio», però non di soli 9 mesi. Quanto alla nomina del governatore, la Bce propone di mantenere tutto com'è adesso, e anzi sottolinea che «un'ulteriore garanzia di indipendenza» sarebbe quella di lasciare al Consiglio direttivo di palazzo Koch la facoltà di «nominare», e non semplicemente di «proporre» il nome del nuovo governatore. Al potere politico, quindi, spetterebbe solo l'approvazione della nomina. Positivi i commenti politici. Pietro Armani (An) sottolinea che la posizione di Alleanza nazionale sulla riforma del risparmio va proprio nella direzione indicata dalla Banca centrale europea. La necessità di rivedere il testo alla luce del giudizio della Bce viene sostenuta da Luigi Grillo, presidente della commissione Lavori pubblici del Senato. Il parere della Bce viene definito «giusto» da Roberto Pinza, capogruppo della Margherita in commissione Finanze della Camera. E anche il relatore ds al provvedimento, Gambini, ritiene che «una riformulazione del testo del ddl sia necessaria» in particolare sulla questione della revoca del governatore.