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Giustizia, no ai doppi incarichi

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Dopo mesi di dibattiti e rinvii la commissione Giustizia ha dunque terminato ieri l'esame degli emendamenti presentati al testo di riforma dell'ordinamento giudiziario. Il provvedimento sarà all'esame dell'Assemblea di Montecitorio dal 17 maggio prossimo e dovrà poi tornare al Senato. Ieri intanto non sono mancati i colpi di scena: la commissione ha approvato un emendamento presentato da Mario Pepe (FI) che vieta ai magistrati di esercitare qualsiasi impiego, pubblico o privato, o professione al di fuori della magistratura. «Non vedo qual è lo scandalo - minimizza il relatore della riforma Nitto Palma che comunque ha votato contro - il principio è già contenuto nella legge sull'ordinamento giudiziario». «Al di là dei contenuti è prevalsa la logica di una riforma contro la magistratura», commenta il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Edmondo Bruti Liberati lamentando l'approvazione «in tempi assolutamenti ridotti» del ddl di riforma dell'ordinamento giudiziario, avvenuta in commissione Giustizia alla Camera. Così, per i magistrati la strada dello sciopero appare sempre più obbligata: «Purtroppo, con grande rammarico dobbiamo rilevare che la scelta dello sciopero è l'unica per rappresentare all'opinione pubblica il più forte dissenso sul contenuto e sul metodo della riforma». Delusi anche i penalisti. «Un' altra tappa desolante di un percorso in retromarcia verso una clamorosa sconfitta» è il parere del presidente dell'Unione delle Camere Penali Ettore Randazzo.

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