Il governo «apre» sui contratti pubblici

È evitabile? Il leader della Cisl, Savino Pezzotta, ha detto che fino alla data della protesta «c'è tempo per aprire una trattativa, per affrontare i temi, perché i lavoratori del pubblico impiego non possono rimanere senza contratto». E il governo dà segni di disponibiltà: ieri in occasione del Forum della pubblica amministrazione sia il ministro Mazzella, titolare della Funzione pubblica, che il ministro Buttiglione (Politiche comunitarie) hanno spezzato una lancia a favore della trattativa. Buttiglione ha dato una indicazione di ordine politico generale: far «saltare» i contratti per reperire risorse «sarebbe una scelta suicida» specialmente in un momento nel quale «si chiede di più alla pubblica amministrazione». Il ministro della Funzione Pubblica, Mazzella, si è detto fiducioso che, alla fine, si riuscirà ad arrivare ad un'intesa ed è entrato anche nel tema. «Da un raffronto dei dati in nostro possesso e da quelli delle organizzazioni sindacali, dovrà venire fuori una soluzione ragionevole che possa essere accettata da entrambe le le parti», ha affermato, sottolineando che un taglio delle aliquote fiscali non esclude il rinnovo contrattuale. E ha tenuto a precisare: «Anche per i dipendenti pubblici è un fatto positivo - ha osservato - trovare in busta paga uno stipendio più elevato anche per effetto della riduzione delle aliquote. Questo non esclude che il contratto vada rinnovato in termini equi e ragionevoli dopo un rafforzamento delle cifre. È assurdo mettere in relazione i due fattori, ma entrambi concorrono a migliorare le condizioni dei dipendenti pubblici». La dichiarazione di Mazzella ha trovato subito una risposta da parte del segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, che la ha definita «un primo passo». Rileva il sindacalista che «a parlare di riduzione conveniente delle aliquote fiscali, tale da farla addirittura ritenere quale alternativa ai rinnovi contrattuali non era stato certo il sindacato. Ora - aggiunge Foccillo - il ministro dice che le due cose non si escludono a vicenda, e ciò conferma la nostra tesi. Inoltre, preannuncia una convocazione che saremo ben lieti di ricevere, visto che l'attendiamo da cinque mesi e abbiamo già proclamato lo sciopero. Siamo un sindacato che vuole fare gli accordi - dice il dirigente della Uil - ma è chiaro che in questo momento non si può fare altro che sostenere la mobilitazione dei lavoratori del pubblico impiego e della scuola. D'altra parte - conclude - lo stesso ministro sostiene che i cittadini guardano ai servizi della pubblica amministrazione con occhi diversi rispetto al passato. Ciò perché le riforme di questi anni volute dal sindacato, a partire dalla piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro, hanno dato frutti positivi, e quindi dovrebbe essere chiaro il vantaggio per tutto il Paese derivante da una prosecuzione in questa direzione».