DOVRÀ DECIDERE SULLA LEGITTIMITÀ

L'11 maggio, alle 9.30, i quindici giudici della Consulta, riuniti in udienza pubblica, ascolteranno gli avvocati dell'una e dell' altra parte: a presentare ricorso contro le norme introdotte dall'articolo 32 del decreto n.269 del 2003 (poi convertito nella legge n.326) sono state otto regioni (Campania, Marche, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Friuli Venezia Giulia Lazio e Basilicata), ma ci sono anche altre due questioni sollevate dai Tar del Piemonte e dell Emilia Romagna. Non e tutto: la Consulta dovrà anche decidere se sospendere o no la legge sul condono prima di decidere nel merito della questione, così come richiesto da Campania, Marche, Toscana ed Emilia Romagna. Analoga richiesta di sospensiva è stata presentata dalla Presidenza del Consiglio, tramite l' Avvocatura Generale dello Stato, nei confronti di alcune leggi regionali che Toscana, Friuli Venezia Giulia e Marche hanno emanato con l' intento di contestare, se non addirittura bloccare, gli effetti del condono. I nodi da sciogliere sono, quindi, numerosi e complessi. Le decisioni della Corte non saranno immediate. Generalmente l' attesa per il deposito di una sentenza della Consulta è di circa un mese. Perciò, salvo colpi di scena, la Camera dovrebbe fare prima a convertire il decreto di proroga dei termini del condono, al quale la scorsa settimana ha già dato il via libera il Senato. Sono una decina i parametri costituzionali che,a detta delle Regioni, sono stati violati dal condono edilizio voluto dal governo.