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«Per pagare meno tasse, bisognerà spendere di più»

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Il vertice di maggioranza di martedì non potrà tirar fuori soluzioni tecniche

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Ne è convinto il vice ministro dell'Economia, Gianfranco Miccichè, in quanto proprio quel giorno, assieme al ministro Tremonti, sarà impegnato a Bruxelles. Come dire, potrà risultare una prima tappa politica per smussare alcuni angoli che continuano a rendere riottosa la stessa maggioranza. Sulla questione tasse, l'altro fronte, quello dell'opposizione, invece, è principalmente animato per il fatto che l'uscita del Cavaliere è soltanto propaganda elettorale. Vice ministro Miccichè, è solo propaganda? «Se fossimo nel 2001, quando il taglio sulle tasse era uno dei punti della nostra campagna elettorale, forse potrei capire certe considerazioni. Ma oggi che lo stiamo attuando non capisco di quale campagna elettorale stiamo parlando. Di quella per le europee? Chi immagina che stiamo lanciando la manovra tasse per vincere le europee, per poi non attuarla, sbaglia. Saremmo puniti dall'elettorato che, certamente, ce la farebbe pagare alle politiche, per noi più importanti delle europee». Ci si arriverà per decreto legge? «Non si può andare solo per decreto. Per decreto legge si potranno fare alcune cose, altre con la prossima Finanziaria». Martedì il vertice di maggioranza, ma An e Udc, ad esempio, premono sulla riduzione di aliquote ai ceti bassi e medi... «Io e il ministro Tremonti saremo a Bruxelles, quindi non credo che si potrà discutere sul piano tecnico. Se noi pensassimo di abbassare le tasse ai più ricchi, invece, saremmo veramente dei deficienti. Dobbiamo creare un sistema per il quale si pagano meno tasse e si spende di più. In sostanza, dobbiamo creare maggiore consumo attraverso quelle persone che fanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese e, certamente, non sono i ricchi. Tagliare le tasse solo a loro ci farebbe perdere quattrini e non si otterrebbe alcun bene per lo Stato». Si attingerà alla spesa pubblica per procurare il denaro? «Nel bilancio dello Stato ci sono una serie di sprechi per soldi non spesi, oltre che spesi male. Una quantità di soldi attribuiti e che rimangono nei capitoli. Somme che fino ad oggi non si possono prendere perché già assegnati. Ebbene, noi ora abbiamo il coraggio di riprenderli. In altri termini, chi non spende ce li dovrà ridare. In questo modo e con alcune manovre di bilancio che si stanno facendo a livello contabile, credo che ci riusciremo. Berlusconi e Tremonti sostengono di sì, e io ci credo».

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