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Oggi il tumore può anche insegnare a vivere

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E di non potere, quindi, più operare per il bene comune. Non voglio essere il solito "chroniqueur" bastian contrario. I lanci di alcune agenzie ed i titoli di alcuni quotidiani in merito alla notizia secondo cui ad Umberto Agnelli è stato diagnosticato un tumore parlano della "maledizione" che incomberebbe sul maggiore, e più noto, casato industriale italiano. Senza dubbio, la famiglia Agnelli ha avuto gravi sofferenze: la morte in un incidente di Edoardo (padre di Gianni e di Umberto), la fine tragica di Edoardo jr (figlio di Gianni), quella prematura di Giovannino, intelligente, bello, brillante e soprattutto generoso - sul quale poggiavano le speranze di molti. Senza dubbio, il cancro, malattia del 20simo secolo, ha avuto ed ha un ruolo doloroso nelle vicende della famiglia: ha portato l'Avvocato Gianni ed il giovane Giovannino ed ora minaccia Umberto. Il "chroniqueur" deve, però, porre tutte le "news", anche le meno liete, nell'ottica appropriata. In primo luogo, poco si sa sul cancro che sarebbe stato diagnosticato a Umberto Agnelli; ed è bene che si sappia solo quel poco che riguardano gli aspetti "pubblici" della sua vita in quanto le notizie relative alla salute meritano di avere la riservatezza che il diretto interessato intende dargli. Si dice che è un cancro al sistema linfatico e che è curabile. Ho amici che convivono da dieci-quindici anni con cancri al sistema linfatico ed alcuni che ne sono completamente guariti. In secondo luogo, il cancro è la malattia del 20simo secolo nei Paesi industriali ad economia di mercato proprio a ragione dei progressi nei metodi di diagnosi; nel 19secolo si moriva giovani (l'aspettativa di vita alla nascita non sfiorava i 50 anni, invece dei 78 di adesso), spesso anche di cancro ma non lo si sapeva. Il cancro - come molte altre malattie - ha probabilmente una componente genetica; quindi, non è inusuale che si addensi in alcune famiglie piuttosto che in altre. Un domani, il miglioramento non solo dei metodi di diagnosi ma anche di cura potrà contenere questo fenomeno. In terzo luogo, di cancro necessariamente non si muore. Oltre a convivere, si può anche imparare a vivere. Al vostro "chroniqueur" ne è stato diagnosticata una delle tipologie più frequenti in un uomo nel febbraio 2000. Ciò ha comportato un intervento nel marzo 2000, due lunghe terapie e controlli periodici che non sempre hanno dato risultati positivi chiari e netti. Non è stato né bello né comodo. E' servito, e serve, però, a vivere meglio. Ed ad amare di più. Senza cancellare una lezione o scrivere un articolo od un libro di meno.

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