Tregua nella guerra delle nomine alla Rai
Inoltre, la partita delle nomine non si è ancora conclusa: altre sono in cantiere, ma il dg Cattaneo annuncia che alla prossima riunione del consiglio,martedì, non se ne faranno per ora altre. Intanto, prosegue il braccio di ferro interno alla Cdl proprio nella prospettiva delle ulteriori nomine, con An, ma soprattutto l'Udc, intenzionate a ottenere posizioni adeguate dopo quelle che sono andate a FI e alla Lega. Quanto ai quattro consiglieri d'amministrazione, Veneziani, Petroni, Alberoni e Rumi, sono in piena bufera, dato l'incalzare della polemica se l'attuale Cda debba proseguire (come dicono in particolare FI, An e la Lega) oppure essere subito integralmente sostituito come vorrebbe l'opposizione. Fra l'altro subiscono il dilemma se restare ed essere tacciati di arroganza, o dimettersi ed essere tacciati di disinteresse per poi magari dover restare comunque a Viale Mazzini per l'ordinaria amministrazione. Tuttavia, «martedì non ci sarà nessuna nomina. Non c'è nessuna fretta, c'è un piano di riorganizzazione che dura nove mesi», ha il direttore generale Cattaneo, a margine del convegno «Crescere tra le righe» ieri a La Bagnaia (Siena). In ogni caso, ha sottolineato, «il direttore generale propone, poi il consiglio decide». Quanto alla nomina di Gigi Marzullo alla vicedirezione di Raiuno, che martedì scorso è stata rinviata, «Marzullo è bravo», ha detto Cattaneo con una battuta rispondendo alle domande dei giornalisti. Poi, indicando il giornalista, anche lui a Bagnaia, ha aggiunto: «l'ho portato apposta per voi. Me lo sono portato dietro proprio per farvi scrivere che non l'ho abbandonato». Cattaneo ha ribadito che i conti dell'azienda sono a posto («Il primo trimestre è andato bene, il secondo sta andando bene, per il 2004 mi auguro serenità»). Il direttore generale ha anche detto: «Abbiamo fatto le nomine per fare una riorganizzazione e si mettono dei responsabili che possono piacere o meno ma si devono guardare i risultati». Quindi ha sottolineato che tra le nomine fatte la settimana scorsa «solo sei sono state esterne, mentre durante la direzione di Celli erano venti». Riguardo allo scontro fra partiti, incentrato sulla vita del Cda ora che Annunziata si è dimessa, Beppe Giulietti e Paolo Gentiloni, rappresentanti di Ds e Margherita nella Commissione di Vigilanza, hanno attaccato sostenendo, in una lettera al presidente della commissione stessa Petruccioli, che «le nomine varate martedì scorso dal Cda Rai sarebbero viziate da gravi irregolarità formali e potrebbero configurare un ingiustificato aggravio dei costi aziendali». Per Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, è «necessario cambiare subito il cda della Rai, che è totalmente delegittimato». Cambio, secondo Letta, reso necessario «anche per le nuove regole della legge Gasparri». Sul fronte opposto, vale per tutti la posizione espressa dal ministro Gasparri. Anche dopo le dimissioni di Lucia Annunziata, «il consiglio di amministrazione della Rai è pienamente legittimato ad andare avanti», e la legge di riforma appena entrata in vigore, «dice che il cda va rinnovato o a scadenza naturale, il 7 marzo 2005, o comunque a febbraio se si verificano con una tempistica perfetta una serie di adempimenti».