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di GIULIA CERASOLI L'UDC ora vuole la poltrona di RaiUno, ma tre consiglieri Rai sono ...

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Anzi, potrebbero solo annunciare dimissioni di protesta martedì, oppure dimettersi sul serio. Il fatto che il consigliere Giorgio Rumi attenda martedì per decidere se dimettersi o no, la dice lunga sul fatto che l'Udc sta aspettando di vedere se Cattaneo porterà in Consiglio altre nomine e se sì quali saranno. L'Udc, insoddisfatta delle nomine (Roberto Sergio è un amico personale di Casini, ma i centristi voglio qualcuno di rappresentativo nei posti chiave) e infastidita anche dal comportamento poco incisivo di Rumi, ora vuole stoppare chi decide gli elenchi di viale Mazzini. Così mentre An, FI e Lega pensano che sia giusto che Cattaneo completi il quadro delle nomine, i centristi frenano. E pare che il direttore generale, abituato ad andare dritto per la sua strada, stavolta, per non far infuriare Marco Follini e i suoi e rovinare tutto, preferisca soprassedere sulle rimanenti nomine fondamentali, come quella di RaiUno soprattutto (che l'Udc reclama di diritto). Il fatto che Paolo Ruffini possa venir disarcionato a vantaggio di Minoli e Del Noce spedito a New York alla Rai Corporation, senza che nessuno dell'Udc (magari Angela Buttiglione) possa ottenere una poltrona del genere, spinge infatti i centristi a votare per «il tutti a casa». Se Cattaneo stavolta non farà nomine, Fabrizio Del Noce deve stare comunque attento, perché il dg è uno che non dimentica e prima o poi chiede il conto. «Martedì - spiega il consigliere Rumi - prenderò parte al consiglio, che è una continuazione di quello tenutosi a Milano. Prima, comunque, non credo ci siano novità per quanto mi riguarda». Diversa la posizione di An, Lega e FI, che preferirebbero mantenere tutti i poteri a questo consiglio fino al dopo le elezioni. «Dopo le elezioni europee sarà nominato il nuovo presidente», rivela Gasparri. «Le procedure della legge -ha aggiunto- sono molto chiare, e io, la penso come Fini, e cioè che c'è piena legittimità da parte di questo consiglio». E mentre anche Veneziani e Petroni sembrano in attesa di vedere come evolve la situazione affermando «continuiamo a lavorare, poi vedremo. È tutto in ballo», la Lega, che con Massimo Ferrario e Gigi Mancalvo (che sta trattando anche la conduzione di programmi) ha un futuro assicurato di RaiDue a Milano, esulta con Davide Caparini: «Ora sono finiti i tempi in cui il Nord veniva umiliato, in cui la Rai imponeva a tutto il paese lo stereotipo romano». Poco prima Giachetti e Battisti della Margherita avevano accusato An: «Raidue a Milano è il risultato del fatto che An ha piegato la testa ai diktat leghisti». Cattaneo dunque a bocce ferme? Per poco però, visto che il numero uno di viale Mazzini è furibondo per quell'unica nomina che gli interessava personalmente, dell'amico Gigi Marzullo, stoppata subito e non solo dall'Annunziata ma da una levata di scudi imbarazzante. Impossibile quindi riproporla martedì e portare altre promozioni care a Cattaneo e che non hanno a che fare con la politica.

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