Bruxelles propone un prestito-ponte, Maroni dice no

È questa la posizione dell'esecutivo di Bruxelles, che ieri è tornato a fissare i paletti per il salvataggio del vettore da parte del governo italiano. «Alitalia non potrà in nessun modo beneficiare di ulteriori aiuti di Stato», ha ribadito il portavoce della commissaria Ue competente per i Trasporti, Loyola de Palacio, ricordando la regola «one time, last time» (una volta, ultima volta), in base alla quale le compagnie aeree che hanno già ricevuto sussidi pubblici non possono più ottenerne. Bruxelles - ha tuttavia aggiunto il portavoce, Gilles Gantelet - potrebbe autorizzare l'erogazione di un prestito-ponte da accompagnare ad un piano di «ristrutturazione» o di «liquidazione» della società. Un «aiuto di salvataggio» che, però, oltre a dover essere autorizzato dalla Commissione Ue, andrebbe rimborsato «entro sei mesi» dalla sua erogazione o sarebbe rinnovabile solo «per altri sei». Una soluzione, ha ricordato il portavoce, utilizzata nel caso del fallimento della compagnia belga Sabena. Un'ipotesi immediatamente respinta dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, che ha definito «stravagante» l'opzione avanzata dal portavoce Ue. «Non è da oggi - ha attaccato il ministro leghista - che la Commissione Ue interviene con moniti preventivi» che «non meravigliano perché vediamo il volto del presidente della Commissione sui manifesti elettorali». Ma quella del «prestito-ponte» non è la sola opzione suggerita da Bruxelles. «Un'altra ipotesi aperta - ha aggiunto Gantelet - è quella delle misure generali a favore dell'intero settore aereo in Italia». Anche in questo caso, però, vi sono dei vincoli precisi: le misure generali potrebbero essere autorizzate solo se «non forniscono vantaggi economici a nessuna compagnia in particolare». Un esempio potrebbe essere quello di una «copertura da parte del governo dei costi per la sicurezza negli aeroporti», su cui la Commissione, ha detto Gantelet, appare favorevolmente orientata.