Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Alitalia va verso la scissione

default_image

Maratona a Palazzo Chigi. Si continua oggi Sul tavolo l'ipotesi di una holding con due società

  • a
  • a
  • a

Sarebbe questo alla fine il progetto approdato sul tavolo nel vertice notturno a Palazzo Chigi tra il governo, presente anche il premier Berlusconi, i sindacati e la compagnia. E sarebbero stati proprio i sindacati anche se non tutti convinti in pieno a dirsi disponibili ad approfondire l'ipotesi della holding. La trattativa continuerà stamane prima del cda dell'Alitalia. L'alternativa ben più drammatica è il commissariamento o il fallimento. L'ipotesi holding è una versione mascherata del vecchio piano della bad company bocciato qualche settimana fa dai sindacati ma che ora appare come l'unica soluzione possibile. Verrebbe creata una Alitalia holding con il controllo su due società: l'Alitalia Volo dove confluirebbero le attività strategiche dell'azienda e la flotta e l'Alitalia Service dove finirebbero gli asset non core come la manutenzione, l'information technology, l'amministrazione. Queste attività da esternalizzare verrebbero salvate attraverso la costituzione di partnership con altre società pubbliche e private. Non è escluso un coinvolgimento di Finmeccanica, Alenia, Poste e della Cassa Depositi e Prestiti. Questo meccanismo dello scorporo e della holding permetterebbe di travasare gli esuberi a queste società e di attuare un salvataggio tale da aggirare i paletti di Bruxelles. Proprio l'intervento di aziende pubbliche in partnership avrebbe convinto i sindacati a prendere in considerazione il piano. Alitalia Volo invece si aprirebbe ad alleanze con vettori nazionali che consentirebbero alla compagnia di guadagnare quote di mercato domestico. Una parte del sindacato ha però puntato i piedi prima di andare al confronto con il governo. Il Sult ha chiesto garanzie per i lavoratori. Ovvero l'assicurazione che nessun lavoratore resterebbe fuori dal gruppo. Al tavolo del governo il ruolo di grande mediatore lo ha svolto il vicepremier Gianfranco Fini che già nel pomeriggio aveva smentito l'ipotesi di un commissariamento. «L'Alitalia è in difficoltà ma non è fallita» ha detto. In vista di una riorganizzazione della compagnia è scattato subito il totonomine. Si fanno i nomi di Giovanni Sebastiani, amministratore delegato di Meridiana ed ex direttore generale di Alitalia, che già era stato indicato, forte del consenso dello stesso premier Silvio Berlusconi, nello scorso febbraio come successore dell'ex ad Francesco Mengozzi. Sebastiani potrebbe avvalersi come braccio destro di Augusto Angioletti, attuale amministratore delegato di Eurofly ed ex presidente dell'Anpac. Inoltre, si parla di Domenico Cempella, altro ex di Alitalia, artefice dell'accordo con i sindacati di 8 anni fa che dava via a un altro riassetto societario con la costituzione della «high competitive carrier», Alitalia Team. Spuntato anche il nome di Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, e dell'ex amministratore unico dell'Enav Massimo Varazzani. Per oggi è fissato il consiglio d'amministrazione della compagnia che dovrebbe convocare l'assemblea straordinaria degli azionisti. L'appuntamento dovrebbe tenersi entro i prossimi 45 giorni.

Dai blog