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«Ti romperemo la faccia dentro e fuori la fabbrica»

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«Venerdì - è il racconto di Maria Grieco - ho preso l'autobus la mattina e intorno alle 5.20 sono arrivata al presidio vicino allo stabilimento della Barilla. Lì i lavoratori che manifestavano si sono messi davanti all'autobus e hanno cominciato ad insultarci. Un collega che era sull'autobus - ha continuato Maria Grieco - ha chiesto all'autista di aprire la porta per poter replicare. A quel punto si è avvicinata una persona che aveva una tuta da lavoro della Fiat e mi ha fotografata. "Ti ho riconosciuta, ti romperemo la faccia dentro e fuori lo stabilimento". A quel punto molto turbata ho chiesto all'autista di chiudere la portiera e talmente ero turbata ho sbagliato l'ingresso della fabbrica. Così, invece, che scendere all'ingresso C, dove è l'accesso alla lastratura, dove io lavoro, sono scesa all'ingresso B. Nei pressi della pensilina vi erano quattro persone che mi sembravano anziane dal colore dei capelli. Io mi sono avviata e sono state lanciate delle pietre che non mi hanno raggiunta. Dopo mi sono state rivolte altre parolacce. Si è trattato - ha detto - di una aggressione verbale». Maria Grieco ha, inoltre, riferito che «una persona è prima andata a casa di mia sorella, poi in quella di mia madre chiedendo che non fosse presentata la denuncia, perché siamo tutti lavoratori». «Al momento dell'aggressione - ha precisato - non vi erano né poliziotti, né carabinieri».

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