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Il governo interviene per salvare Alitalia

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Trattativa a oltranza da lunedì. Il consiglio di amministrazione sul piano aziendale rinviato a giovedì

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Al termine di una intensa tornata di riunioni a Palazzo Chigi, mentre negli scali italiani si viveva una giornata «nera» di disagi gravissimi per gli utenti, i sindacati hanno sospeso le agitazioni. Lunedì comincia fra governo e parti sociali una trattativa no stop fino a giovedì, quando si riunirà il cda dell'azienda, rinviato appositamente a quel giorno (era previsto proprio lunedì) per prendere decisioni vitali per il futuro. L'intervento del Governo, esplicitamente intenzionato a salvare e rilanciare la compagnia di bandiera, è stato molto determinato. A Palazzo Chigi nel pomeriggio è stato aperto un tavolo coordinato dal vicepremier Fini con il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, i ministri Tremonti, Maroni, Marzano, Lunardi e Buttiglione. Dall'altra parte del tavolo, i rappresentanti delle organizzazioni confederali e autonome del settore. Il titolare dell'Economia Tremonti ha sottolineato che «Alitalia in seicento giorni ha bruciato una ricapitalizzazione da 1,43 miliardi di euro e quindi se anche ci fosse un pacchetto di misure come i 200 milioni richiesti ci vorrebbero solo cento giorni per bruciarli». Come dire che ulteriori aiuti finanziari, che oltretutto non sono compatibili con gli accordi Ue, rischierebbero di rivelarsi solo interventi tampone non risolutivi. «Tutto va fatto senza urtare l'Unione europea», ha detto Tremonti, insistendo sul tema dell'aumento della produttività. Il ministro dell'Economia ha quindi lasciato la riunione, pressato da altri impegni. La questione dei vincoli imposti dall'Ue è stato chiarito dal ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione: non è possibile una ricapitalizzazione con l'intervento dello Stato, ha detto durante l'incontro, «potremo fare il minimo», ha spiegato con riferimento ai limiti di Bruxelles. Per Alitalia «c'è l'impegno univoco del Governo a salvarla», ha detto Fini ai sindacati, sottolineando anche che il Governo pensa a «una sola compagnia di riferimento che rimarrà tale». La possibilità di andare avanti positivamente ha portato quindi a una breve sospensione dei colloqui e alla convocazione a Palazzo Chigi anche del presidente e dell'amministratore delegato di Alitalia, Giuseppe Bonomi e Marco Zanichelli, che hanno preso parte all'incontro. Alla fine è stato deciso di aprire una fase di confronto decisivo da lunedì, a bocce ferme e cioè con una tregua dei blocchi che hanno messo in ginocchio le attività della Compagnia di bandiera in queste ore. Il confronto riprenderà a Palazzo Chigi tra governo, azienda e sindacati e il tema sarà quello di fondo dei requisiti di sistema e del piano industriale. La situazione dopo l'intervento del governo è stata valutata positivamente dai sindacati, dato che si sono posti i presupposti di una trattativa sui temi strategici. Questa l'opinione in particolare del leader della Cisl Pezzotta, secondo il quale tuttavia la trattativa non potrà che essere «lunghissima» perché «si dovrà discutere delle prospettive e dell'insieme dei problemi di Alitalia». Intanto, le agitazioni e le modalità con le quali sono state attuate hanno portato alla apertura di un procedimento di valutazione di quanto accaduto da parte della Commissione di garanzia per il diritto di sciopero nei servizi pubblici. Infatti l'astensione dal lavoro non è stata preceduta dal necessario preavviso ed è stata caratterizzata dalla mancata effettuazione delle prestazioni indispensabili che comunque andrebbero garantite.

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