IL CONSIGLIO dei ministri scioglierà il nodo del nuovo comandante generale dell'Arma.
Se le previsioni dovessero essere rispettate sarebbe una svolta storica: il primo carabiniere al vertice dell'Arma dall'avvento della Repubblica. Una nomina possibile dalla recente riforma, che ha elevato i carabinieri al rango di Forza armata. Il 5 maggio il generale Bellini compie 65 anni, tempo di andare in pensione. Ma fino a pochi giorni fa l'ipotesi più accreditata - e che ora sembra tramontata, non è chiaro se per presunti dissapori con il ministro della Difesa, Antonio Martino - era che il suo incarico venisse prorogato di un anno. Una decisione che sarebbe servita per portare a termine la complessa riforma tecnologica avviata dallo stesso Bellini e, soprattutto, che avrebbe consentito ad alcuni ufficiali all'interno dell'Arma di maturare l'anzianità necessaria per la nomina al vertice. Due i nomi che venivano fatti: il generale Giorgio Piccirillo, attuale capo di stato maggiore dell'Arma, e il generale Elio Toscano, capo ufficio legislativo del ministero della Difesa. Troppo giovani, si diceva; ma con tutti i requisiti tra un anno. L'altra ipotesi era che al vertice dell'Arma subentrasse, ancora una volta, un generale dell'Esercito. Da mesi circolava un nome, uno solo. Quello di Ferruccio Boriero, Ispettore delle Scuole e delle Armi.