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Tante sigle e nomi ma con poco potere

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Tra sunniti e sciiti guerra mediatica per conquistare autorevolezza. Ma sono le tribù a comandare

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Orientarsi nell'affollato panorama politico-religioso dell'Iraq «post Saddam» è impresa complicata. Gli Stati Uniti non ci sono riusciti, come dimostrano le difficoltà di questo dopoguerra. La situazione non è migliore per chi deve cercare una «strada» per liberare i propri connazionali. In tanti sono disponibili con i giornalisti occidentali per acquistare autorevolezza più ai nostri occhi che a quelli degli iracheni. In ogni gruppo hanno «voce» più persone e spesso sono in contrasto fra loro. Il Consiglio provvisorio iracheno che affianca l'Amministrazione Usa è formato dai leader di 25 formazioni spesso a metà strada tra politica e religione. A questi si affiancano gruppi che per vari motivi sono rimasti esclusi ma possono contare su un seguito popolare almeno in alcune città o zone del Paese. Dietro ogni sigla e partito «legalmente» costituito ci sono poi le tribù con i loro Consigli degli anziani e gli sceicchi che, anche durante il regime di Saddam, hanno mantenuto il loro potere. Il Consiglio degli ulema è il massimo organismo spirituale dei sunniti iracheni, ma nell'ortodossia islamica il peso religioso è minore che nel cristianesimo o nella stessa Shi'a. Il Consiglio è formato da ben 3000 esponenti, studiosi del corano. In questi giorni di trattative per liberare gli ostaggi occidentali ed evitare un bagno di sangue a Falluja sono saliti alla ribalta alcuni di questi esponenti dotati di maggior carisma. Così all'autorevolezza dell'anziano Harith Al Dhari fa da contraltare la disponibilità mediatica di Abdel Salam Kubaisi. Ai due si alterna il figlio del primo, Muthanna Al Dhari che ricopre il ruolo di portavoce del Consiglio degli ulema. Tutti e tre sono rispettati dalla maggioranza della popolazione. Ma ci sono altre «autorevoli voci» nell'universo sunnita iracheno: Ibrahim Obeidi dell'Islamic Advisory Council e Abu Jamal Shemmeri che rappresenta i gruppi nazionalisti. Un peso nello scenario «post Saddam» ce l'ha anche Adnan Pachaci, considerato un «amerikano» ma è stato negli anni '60 un ministro di Saddam e ora può contare sull'«amicizia» con alcuni esponenti del partito Baath ora alla macchia. Influente negli ambienti più vicini all'estremismo islamico è invece Mohensen Hamid segretario del Partito islamico iracheno, studioso attento del Corano e legato ai Fratelli musulmani, l'organizzazione fondamentalista diffusa in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa. Fin qui l'universo sunnita più o meno vicino alle «moschee». Ma intorno a questi gruppi gravitano a volte con pari influenza e seguito, organizzazioni come l'Alleanza nazionale irachena il cui leader Jabbar Al Kubaisi è intervenuto anche nella vicenda degli ostaggi italiani. E non bisogna dimenticare il Partito monarchico che non si riconosce nel Governo provvisorio ed è legato alla Giordania per affinità dinastiche. In Iraq però il 60 per cento è di fede sciita. Le città sante della Shi'a sono tutte in Iraq: da Najaf a Karbala. Forti dell'appoggio del regime di Teheran gli sciiti si sono da subito opposti all'occupazione americana. In prima fila Moqtada Al Sadr che ha sfruttato la popolarità e il prestigio del padre Mohammed Al Sadr, ucciso nel '99 da Saddam. Trent'anni, capo della milizia Esercito del Mahdi, 15 mila armati che ora sono asserragliati tra Najaf e Karbala e sono pronti a vendere cara la pelle se le truppe Usa tenteranno l'assalto. Sopra di lui Alì Al Sistani capo dell'Hawza, una sorta di Vaticano sciita. Al Sistani è la guida spirituale degli sciiti iracheni e le sue parole sono sempre tenute in molta considerazione. Mediatore tra le due frange della Shi'a irachena è Al Hakim , capo dello Sciiri (Consiglio supremo della rivoluzione islamica irachena); a lui spetta il ruolo di intermediario con il Governo provvisorio e l'Amministrazione americana. A fianco di questi c'è da registrare il ruolo sempre più influente di Abdel Al Mohammedawi, leader degli hezbollah iracheni e collegato al Partito di Dio liban

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