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Molti ostacoli sulla strada di una nuova risoluzione Onu

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L'Amministrazione americana sta preparando una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che avalla il piano di passaggio dei poteri in Iraq il 30 giugno dalle forze d'occupazione a un governo iracheno che dovrà essere «credibile» e «autorevole». La risoluzione dovrebbe facilitare l'invio di più forze di pace da più Paesi in Iraq, dopo la transizione, e dare alle Nazioni Unite compiti precisi nella transizione dell'Iraq alla democrazia (organizzazione delle elezioni, stesura di una Costituzione definitiva, insediamento di un governo davvero espressione della volontà popolare). Ma, riferisce il Washington Post, ci sono molti problemi da risolvere e controversie da appianare. L'Amministrazione di Washington, ad esempio, vorrebbe inserire nel documento una forma di protezione legale per le truppe straniere, cioè, essenzialmente, statunitensi, che operano in Iraq e vorrebbe avere l'ultima parola sull'esistenza, o meno, dei programmi di armamenti di massa iracheni. Dettagli, rispetto ai veri nodi: un punto che solleva controversie è l'ampiezza dei poteri da conferire al governo iracheno provvisorio, che l'Amministrazione americana tende a vedere come un esecutivo a sovranità limitata: secondo il WP, alcuni Paesi chiave del Consiglio di Sicurezza non vogliono che gli Usa mantengano «un controllo significativo» sulla situazione in Iraq. Russia, Cina, Pakistan e altri chiedono che il passaggio dei poteri sia reale e vogliono che le Nazioni Unite assumano più potere di quanto non siano disposte a fare. L'ambasciatore cinese Wang Guangya, citato dal Washington Post, dice che «la cosa principale è restituire un ruolo centrale all'Onu». Fra i punti da decidere, c'è anche quello della catena di comando militare della forza di pace multinazionale: se unica, americana; o se doppia, americana e internazionale - quest'ultima, per la protezione dei funzionari dell'Onu-. Sul clima dei negoziati al Palazzo di Vetro dell'Onu, incide il malumore espresso da molti iracheni verso gli americani. Alla Ap, Massud Barzani, un curdo che è presidente di turno del Consiglio del governo iracheno provvisorio, dice che gli errori statunitensi hanno portato agli stalli militari di Falluja e Najaf: Washington ha trasformato «un esercito di liberazione» in «un esercito d'occupazione» - parole di Barzani-. Rovesciato il regime, pensa Barzani, si sarebbe dovuto insediare subito un governo provvisorio e l'esercito iracheno avrebbe dovuto essere epurato e riformato, ma non sciolto. Adesso, i sunniti nel «triangolo della morte» a nord e a ovest di Baghdad e gli sciiti nel centro del Paese hanno costituito le loro raccaforti: prenderle, o pacificarle, sarà laborioso.

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