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«Immagini molto vecchie Richieste fiacche e ridicole»

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Anche un po' ridicole». Il generale Luigi Ramponi, deputato di Alleanza nazionale e presidente della commissione Difesa della Camera, si mostra sicuro e ottimista, cautamente ottimista. Lui, ex comandante della Guardia di Finanza (1989-91) ed ex direttore del Sismi (nel 91-92, poco dopo la prima guerra del Golfo), non sembra preoccuparsi troppo. E avverte: «Quel video è vecchio». Come vecchio? «Sì, vecchio. Mi sembra risalga ad almeno una settimana fa. Non mi pare tanto fresco». Ne è sicuro? Il video è datato 25 aprile. «E cosa vuol dire? La data può essere contraffatta sul nastro. Potrebbe risalire a 12 o 24 ore dopo il precedente video, quello del 13 aprile». Ne è certo? «Certo no, è una mia considerazione. Sto guardando la tv e faccio qualche telefonata. Anche il luogo mi sembra sempre lo stesso e le modalità, i toni e il linguaggio sono quelli del primo gruppo di sequestratori». Vuol dire che ora sono nelle mani di un secondo gruppo? «Guardi, potrebbero essere anche al terzo. Ma non conta. Sembra che le richieste e le modalità sono le stesse del messaggio precedente. O meglio, vanno nella stessa direzione: sono proclami di carattere politico che puntano a mettere in difficoltà il governo italiano». Però nei primi messaggi si chiedeva il ritiro delle truppe italiane in Iraq, adesso «solo» una manifestazione di piazza... «Ecco, questa è la vera novità. Cambia la qualità delle richieste: questa volta sono fiacche, leggere, quasi ridicole». Si sta parlando sempre della vita di tre persone, o no? «Certo, certo. Ma si tratta di richieste leggere per un motivo molto semplice: manifestazioni contro la guerra e per il ritiro delle truppe in Italia se ne fanno quattro al giorno». Lei pensa che i sequestratori lo sappiano? «Non ne ho alcun dubbio. Mi dicono i miei corrispondenti a Baghdad che gli iracheni sono informatissimi su qualunque cosa accade in Italia. In particolare tutto ciò che è contro la guerra viene ingigantito dalle tv satellitari e anche dai giornali locali. Sanno tutto, le assicuro. Anche delle bandiere americane e israeliane bruciate nelle piazze italiane». E allora perché quelle richieste? È il tentativo di trovare una via d'uscita al sequestro? «Questa è un'interpretazione estensiva di quel che ho appena detto: lei non è l'unico a fare queste considerazioni. Non s'allarghi, quella ipotesi così ampia mi pare eccessivamente ottimistica anche perché, come ho detto, penso che quelle immagini non siano attuali». Insomma, si riferiscono a una fase della trattativa ormai superata? «Potrebbe essere». E ora il governo che cosa deve fare? «Niente». Come niente? «Niente di più di quel che sta facendo. Sta lavorando bene, sta facendo tutto quello che è possibile per liberare i tre ragazzi e riottenere la salma di Quattrocchi. Deve continuare sulla sua linea di pressione sui sequestratori, una linea che evidentemente sta dando i suoi risultati». F. D. O.

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