Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Esplode deposito chimico. Scontri a Kufa Violenta battaglia tra le milizie di Al Sadr e le truppe della coalizione. Al sud ucciso un soldato inglese

default_image

  • a
  • a
  • a

In serata, nella zona nord di Kufa ci sono stati violenti scontri, fra forze americane e miliziani fedeli all'imam Moqtada al Sadr. Nella capitale irachena tre militari Usa sono morti e cinque sono rimasti feriti in un'esplosione avvenuta all'interno di un deposito di materiale chimico nel quale i soldati stavano entrando, secondo alcune fonti, insieme con esperti iracheni di armi di distruzione di massa. Nella deflagrazione sono rimasti feriti anche otto iracheni. A Falluja, invece, marines e miliziani si sono scontrati violentemente per ore con un bilancio provvisorio di un soldato Usa morto e altri otto feriti, ha detto il generale americano Mark Kimmitt, spiegando che le forze della coalizione sono state attaccate con armi automatiche e razzi anticarro e che i tiri provenivano da un moschea. Negli scontri sono morti almeno otto miliziani. Kimmitt ha precisato che «un numero significativo» di insorti hanno attaccato i marines verso le 11:30 locali di stamane innescando scontri durati diverse ore nella città assediata dall'esercito americano da più di tre settimane. «La moschea è stata utilizzata come una postazione militare» ha detto il colonnello John Coleman spiegando che i marines hanno risposto al fuoco dei guerriglieri con armi leggere e cannoni, ma sono stati utilizzati anche caccia ed elicotteri. Proprio ieri, intanto, la coalizione ha annunciato che a Falluja saranno operative pattuglie formate da marines e polizia irachena con l'obiettivo di «favorire un ritorno alla legalità nelle strade» della città. «Questa decisione - è detto in un comunicato - permetterà alle autorità irachene di imporre l'ordine in città e di riportare calma e stabilità». A Falluja ai primi di aprile sono scoppiati violenti scontri tra marines e guerriglieri il cui bilancio è stato di oltre 270 morti da parte irachena e decine da parte americana. Ma gli scontri odierni, anche se in serata le truppe Usa hanno sospeso l'attacco, hanno messo in serio pericolo la tenuta della fragile tregua, negoziata di recente da mediatori sunniti, con l'ordine agli insorti di consegnare le armi. Prpprio l'altro ieri esponenti della città assediata e della coalizione avevano raggiunto un nuovo accordo che prevede un cessate il fuoco «illimitato». Sempre ieri mattina un soldato britannico è rimasto ferito in modo non grave a Bassora, 550 km a sud di Baghdad, quando un ordigno è esploso nei pressi del convoglio su cui stava attraversando la città. I britannici sono il secondo contingente per numero di militari in Iraq, dopo gli americani, con circa 7.500 soldati di base soprattutto intorno a Bassora. A Diwaniya, 180 km a sud di Baghdad, due mezzi corazzati spagnoli in pattugliamento sono stati attaccati da un gruppo di insorti. I militari hanno risposto al fuoco uccidendo cinque miliziani e catturandone sette. Ieri, nella stessa zona, i militari spagnoli avevano ucciso due insorti. Frattanto altre forze americane sono entrate oggi a Najaf, 160 km a sud di Baghdad, per proteggere le truppe spagnole che devono ritirarsi dalla città santa dove è asserragliato - protetto dalla sua folta e fedele milizia - il leader radicale sciita Moqtada Sadr che gli Usa hanno detto di voler catturare «vivo o morto». «Non è un'operazione di carattere offensivo», ha detto il colonnello Pat White, precisando che circa 200 soldati Usa sono entrati in città per prendere il controllo di un edificio occupato da truppe spagnole che erano a guardia del quartier generale dell'autorità a guida Usa. Il nuovo governo socialista spagnolo sta ritirando i suoi circa 1.300 uomini che erano stati inviati in Iraq dal precedente esecutivo di centro-destra guidato da Aznar. Sempre sul fronte militare, il generale Mieczyslaw Bieniek, comandante polacco

Dai blog