Al Arabiya e Al Jazeera, il gioco dell'alternanza
La televisione è stata fondata nel febbraio dello scorso anno, con lo scopo dichiarato di offrire all'utenza televisiva araba un'alternativa più «equilibrata» rispetto ai programmi di al Jazeera. Per il varo del nuovo network televisivo, secondo alcuni analisti economici, sono stati spesi non meno di 60 milioni di dollari. Al-Arabiya appartiene alla catena mediatica araba Men e alla sua costituzione hanno contribuito anche capitali di investitori sauditi, kuwaitiani e libanesi. Il suo obiettivo è quello di fornire notizie provenienti soprattutto da Iraq, Israele, Territori palestinesi e Stati Uniti. Il management della tv, riferendosi in modo manifesto ad al Jazeera, ha sempre sottolineato che la rete televisiva «offre ai telespettatori arabi un'alternativa, assicurando la copertura delle notizie al riparo da qualunque atteggiamento deliberatamente provocatorio, nel rispetto di una libertà di stampa responsabile». Nella sua storia, al Arabiya ha messo a segno alcuni significativi scoop, come alcuni degli appelli alla resistenza lanciati da Saddam Hussein, quando la guerra era già cominciata, o la registrazione della dichiarazione con la quale il rais piangeva la morte dei due figli Uday e Qusay. L'emittente araba è stata anche la destinataria di alcuni nastri registrati contenenti messaggi e rivendicazioni da parte di al Qaida. Come già si era verificato in altre occasioni, ad esempio per la divulgazione dei messaggi di Osama bin Laden, anche i terroristi islamici che tengono in ostaggio i tre italiani, per trasmettere i loro video, hanno adottato la tecnica dell'alternanza. Ad Al Jazeera il video dell'uccisione di Quattrocchi, quello dei tre ostaggi ad Al-Arabiya.