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di GIULIA CERASOLI UN 25 aprile con due anime.

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Proprio nel giorno in cui, 59 anni fa, i nostri padri salutarono gli americani che liberavano il paese dai tedeschi, in quel giorno in cui Carlo Azeglio Ciampi celebra la Liberazione dal Cortile d'onore del Quirinale, la «casa degli italiani», con la determinazione a trasmettere il messaggio di fiducia che viene dai «giovani del 1945», i manifestanti pseudopacifisti bruciano le bandiere americane e lanciano sassaiole sulle forze dell'ordine. Queste le contraddizioni del 25 aprile. Ciampi in ansia per gli ostaggi in Iraq, non fa nessun riferimento esplicito nel suo discorso. Ma la tensione si avverte nella commozione che rompe la voce del primo cittadino italiano, quando si rivolge ai giovani: «Che lo spirito della Giornata della Liberazione riscaldi i vostri cuori, illumini le vostre menti. Che il Tricolore dell'Italia libera e unita in un'Europa libera e anch'essa unita, sia sempre simbolo del vostro essere cittadini. Guardiamolo insieme quel Tricolore che sventola lassù, sul più alto pennone del Quirinale, come in ogni Comune della nostra Patria». Poi il papà degli italiani conferisce le medaglie d'oro al valore. Ma la data simbolo dell'antifascismo diventa motivo di polemica rovente tra i poli. Il ministro della Difesa Antonio Martino, presente con il ministro dell'Interno al Quirinale, esorta a «seppellire le contrapposizioni di parte per sempre», mentre Pisanu sottolinea come «l'unita sulle scelte di fondo» è «un valore primario per il bene del Paese». Anche il ministro Roberto Maroni invita a «mettere da parte gli odi del passato per affrontare le difficile sfide dell' oggi» e per l'Udc il ministro Giovanardi e il capogruppo alla Camera Luca Volontè sostengono che libertà e pace sono «valori comuni» a tutti gli italiani e non solo ad una parte. An rinnova l'invito a voltare pagina. «Questa data - dice Mario Landolfi - va ricordata da quanti si riconoscono negli ideali dell'unità della patria. Proprio in omaggio a questo suo significato profondo è giusto deplorare quella parte della sinistra ancora incapace di resistere alla tentazione di seminare odi e divisioni e di strumentalizzare l'odierna ricorrenza». Il senatore dell'Udc Maurizio Ronconi, chiede l'intervento del presidente della Repubblica «perchè è inaccettabile assimilare i militari italiani alle truppe naziste che occuparono l'Italia». Il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli infatti denuncia «demagogiche strumentalizzazioni» sull'Iraq sostenendo che l'attacco terroristico da parte del fondamentalismo islamico «è un pericolo più grave del fascismo e del nazismo». Ma le strumentalizzazioni superano l'amor patrio. L'opposizione trova subito l'occasione per attaccare il presidente del Consiglio. «Berlusconi non ha senso dello stato», sentenzia Piero Fassino e sottolinea: «Il fatto che abbia preferito andare a cantare con il suo amico - dice - è un atteggiamento che denota mancanza di senso dello Stato». «Nella ricostruzione storica non si possono mettere sullo stesso piano fascismo ed antifascismo - sottolinea il sindaco Veltroni- La verità storica non può e non deve essere cancellata per le generazioni future». Intanto in diverse città parte la raccolta delle firme per il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq. E le manifestazioni che dovrebbero essere «feste di libertà e di pace» si trasformano in cortei anti-Usa con lancio di bulloni e violenze teppiste. Anche il coordinatore della Margherita Franceschini accusa il premier di aver adottato un «atteggiamento offensivo». Più duro il presidente emerito della Repubblica Scalfaro, che sul palco allestito a Milano, anche senza citare Berlusconi dice: «Chi non vuole celebrare il 25 aprile

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