STRASBURGO — È stata approvata dal Parlamento europeo la controversa risoluzione sulla situazione dei ...
Al voto sul rapporto sui «rischi di violazione della libertà d'espressione e d'informazione nell'Ue e particolarmente in Italia», che contiene severe critiche al conflitto d'interessi e all'influenza sui media che sarebbe esercitata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, non ha partecipato per protesta il gruppo del Ppe e Uen (a cui appartengono gli eurodeputati di An). I 232 europarlamentari del Partito popolare europeo avevano anticipato in mattinata la loro assenza. Ad annunciarlo era stato il capogruppo, Hans Poettering, dopo che ieri era stato approvato a maggioranza la votazione sui singoli paragrafi del testo, coordinato dalla liberale olandese Johanna Boogerd-Quaak. Nell'intervento il capogruppo aveva denunciato «l'inaccettabile decisione di non consentire la discussione degli emendamenti» presa dal presidente dell'Europarlamento Pat Cox. Anche l'Uen, che raggruppa i movimenti di destra europei, aveva annunciato un'analoga astensione per protesta. Dopo il Ppe, ad annunciare l'astensione dell'Uen al voto sul rapporto relativo alla situazione dei media in Europa è stata la capogruppo di Alleanza nazionale all'Europarlamento, Cristiana Muscardini, la quale ha denunciato «una violazione dei diritti del Parlamento». Sono otto i Paesi analizzati dalla relazione presentata dall'eurodeputata liberale olandese Johanna Boogerd-Quaak e approvata dal Parlamento europeo. Rapporto in cui si sostiene «che il pluralismo nell'Ue sia minacciato dal controllo esercitato sui media da parte di organismi o responsabili politici o da certe organizzazioni commerciali». E il Paese più stigmatizzato è proprio il nostro. Se infatti in Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito «sussistono elementi che richiedono ulteriori studi», all'Italia viene dedicato uno spazio ben più ampio degli altri. La parte dedicata all'Italia comincia, «rilevando» che nel nostro Paese «il tasso di concentrazione del mercato audiovisivo è oggi il più elevato d'Europa». Si cita in merito il «duopolio tra Rai e Mediaset che complessivamente detengono quasi il 90% della quota totale dei telespettatori e raccolgono il 96,8% delle risorse pubblicitarie». Segue il riferimento al conflitto di interessi del presidente del Consiglio, conflitto che il premier, denuncia il rapporto, «non ha risolto come si era esplicitamente impegnato».