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Conti pubblici, il pil cresciuto meno del previsto

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L'economia ha segnato un +1,4% rispetto all'atteso +1,9%. Il governo studia la ricetta per far tornare i conti

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Il documento dovrebbe essere illustrato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ai colleghi di governo nella prossima riunione del Consiglio dei ministri che si dovrebbe tenere giovedì o venerdì prossimi. Il documento dovrà tenere conto di una crescita dell'economia attesa per il 2004 in flessione di circa lo 0,5% rispetto alle originarie previsioni del governo, passando così dall'1,9% all'1,4%. La minore crescita peserà, di conseguenza, sul rapporto defict/Pil che dovrebbe essere rivisto al rialzo dal 2,2% al 2,8%. Comunque, sotto la soglia del 3%. Si tratta di una sorta di risposta alla Commissione europea che si sta apprestando ad inviare all'Italia la comunicazione per l'avvio ufficiale dell'early warning atteso per il prossimo 28 aprile. Già il 7 aprile Bruxelles aveva richiamato l'Italia sulla necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici italiani, visto che «a politiche invariate il deficit per il 2004 si attesterà al 3,2% per toccare il 4% nel 2005». In vista della messa a punto del Dpef che potrebbe arrivare già a fine maggio, i tecnici del ministero dell'Economia stanno lavorando ad una «piano anti-sprechi», i cui risparmi serviranno per garantire la parziale copertura degli sgravi fiscali che il governo ha annunciato per il 2005. Oltre all'attivazione della cosiddetta legge «taglia-spese» il ministero dell'Economia punta anche a mettere in atto un rigoroso controllo delle uscite correnti, a partire da una stretta sugli eccessi degli enti e delle amministrazioni pubbliche. Basti pensare che nella Relazione sul Budget dello Stato la Ragioneria Generale dello Stato suona il primo campanello d'allarme. Quest'anno i 14 ministeri con portafoglio spenderanno 9,48 miliardi di euro in più rispetto al 2003. In pratica, in assenza di interventi correttivi, la spesa si aggirerebbe intorno a 297,78 miliardi di euro, con un aumento del 3,18% rispetto allo scorso anno. I dicasteri che avranno il maggior incremento sono il Welfare (+2,5 miliardi), la Giustizia (+1,9), la Difesa (+1,5) e l'Economia (+1,3 miliardi). In termini percentuali sono i ministeri dell'Ambiente (+195%), delle Comunicazioni (+88%) e delle Politiche agricole (+87%) a far registrare gli aumenti più consistenti. Solo uno tra i 14 dicasteri sosterrà minori costi: le Attività produttive, con una riduzione di 454 milioni (-10%). Il totale dei costi, spiega la relazione della Ragioneria, comprende gli oneri del personale e di gestione, i costi straordinari e i costi cosiddetti dislocati (trasferimenti correnti e contributi agli investimenti). Intanto, Mario Nava, membro del gruppo dei consiglieri politici del presidente della Commissione Ue, assicura che la procedura di early warning seguita per l'Italia dalla Ue «è assolutametne standard». Navadice di «non credere che la procedura del patto di stabilità abbia perso credibilità». La procedura avviata nei confronti dell'Italia, spiega Nava, si basa sulle previsioni di deficit che l'Italia «avrà a fine 2004 a politica costante». Se il governo poi adotterà misure correttive «le previsioni - conclude - si riveleranno inesatte».

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