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Fini si sente già la delega in tasca e lancia proposte Attacca la Lega: «Nel federalismo rischio di conflitto istituzionale Stato-Regioni». Calderoli: «Parole gravi»

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A Padova, alla convention sulla tutela del made in Italy, infatti, affronta anche argomenti vicini al ministero dell'Economia. Poi assesta un colpo alla Lega sul federalismo e critica Prodi. La riduzione delle tasse è priorità assoluta. «Per i prossimi due anni di governo bisogna individuare le risorse finanziarie reali e ottimizzarle facendo una scelta: si possono ridurre le tasse ma si può anche avviare una nuova politica industriale per ridare competitività al sistema imprenditoriale e a tutto il Paese. Con una nuova politica industriale - ha aggiunto Fini - si potrebbe ottenere quello shock auspicato da tutti, a partire da Ciampi, con effetti positivi per tutto il nostro Paese. Ne discuteremo con spirito di lealtà e collaborazione - ha concluso Fini - secondo la logica non della casacca ma dell'interesse generale». Poi il nodo delle pensioni: «Anche se non è ancora stata approvata in Parlamento, il più è fatto per la riforma del sistema previdenziale: nella coalizione infatti è già stata raggiunta e presentata l'intesa». Fini ha sostenuto che si tratta di una «riforma equa» e che «l'obiettivo non è fare cassa, altrimenti non avremmo fatto decorrere la riforma dal 2008». L'argomento più spinoso è quello dei rapporti con la Lega. «Nessuno può pensare che l'assenza di Umberto Bossi determini nel'ambito della coalizione uno sfilacciamento dei rapporti con la Lega. Non crea problemi l'assenza di Bossi - ha detto Fini - è motivo di fiducia il fatto che Bossi tornerà a guidare la Lega, anche se i tempi sono ovviamente ancora indefiniti». Però sul federalismo non va tutto liscio. Anzi. Infatti per Fini «il federalismo è una necessità dei tempi moderni» ma nella riforma «deve essere affrontato meglio il problema delle competenze, definendo quelle esclusive dello Stato, quelle esclusive delle Regioni e riducendo il più possibile il numero delle materie concorrenti tra Stato e Regioni». In sintesi: «Nel federalismo il rischio di conflitto istituzionale c'è». Un monito e una richiesta di chiarezza nella riforma federalista. «Attenzione quindi a non creare un ginepraio. L'obiettivo deve essere quello di una semplificazione, perchè già oggi -ha spiegato -il contenzioso di fronte alla Corte Costituzionale rallenta il processo decisionale e crea problemi a imprese, cittadino e vari livelli di governo». Pronta la replica del senatore Roberto Calderoli: «Ritengo molto gravi e ingiustificate le parole di preoccupazione del vice premier Fini sulle riforme costituzionali, in particolare laddove sostiene la necessità di ridurre le materie concorrenti. Le materie concorrenti non sono miste - sostiene Calderoli - al Senato federale spettano i principi generali e alle Regioni le leggi di attuazione. Chiunque si sia avviato sulla strada della redistribuzione delle materie concorrenti si è poi trovato a riportare tutto allo Stato tradendo lo spirito federalista della riforma. Quindi stiamo tutti attenti, Fini compreso, a non fare scivolate». Sull'argomento del convegno, il made in Italy, Fini ha ribadito che bisogna puntare sulla capacità «di vincere la competizione con i nostri prodotti, tutelandone innanzitutto i marchi». E approfondisce: «Dobbiamo avviare una nuova politica industriale, con 12-14 miliardi di euro grazie ad una riduzione di spesa. Risorse da investire nella competitività delle imprese, senza, al tempo stesso, diminuire la spesa sociale e quella per la sicurezza». Più che una nuova emergenza criminalità, infatti, per il vicepresidente del Consiglio «c'è una criminalità che deve essere combattuta con la stessa determinazione con la quale si è agito fino ad oggi». «Ho detto e confermo che tra le spese che non possono esser compresse - ha aggiunto - vi è quella per la sicurezza del cittadino, sia a livello internazionale che interno». Infine ha attaccato il presidente della Commissione Europea Romano Prodi e lo ha accusato «di re

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