BRUXELLES — Non si arresta l'emorragia della Commissione Ue di Romano Prodi.

Liikanen potrebbe lasciare già entro aprile: il consiglio dei governatori dell'Istituto centrale lo ha preferito al suo rivale, Sixten Korkman, con sei voti contro due. La decisione finale spetta alla presidente della Repubblica, Tarja Halonen, che si pronuncerà sulla nomina probabilmente la prossima settimana. L'esito tuttavia sembra scontato. La notizia sulla probabile uscita di scena del quarto pezzo dell'esecutivo arriva mentre si intensificano i contatti tra i Quindici sul candidato a nuovo presidente della futura Commissione, che dovrà essere designato dal vertice conclusivo della presidenza irlandese di turno della Ue, il prossimo 17 giugno. Il favorito - secondo fonti comunitarie - resta il premier austriaco Wolfgang Schuessel, 59 anni, che ha dalla sua la componente politica (è un popolare) e l'esperienza di uomo di governo. Contro, gli rema invece l'alleanza costruita con il leader di estrema destra Joerg Haider, per la quale l'Austria ha subito l'onta di sanzioni imposte nel 2000 dai quattordici partner per mancato rispetto dei principi fondatori della Ue. A Bruxelles, si minimizza l'impatto della diaspora dei commissari: «La Commissione europea non è un'anatra zoppa, chi afferma questo non sa di cosa parla», ha reagito il portavoce Reijo Kemppinen, smentendo le ricorrenti immagini di un esecutivo privo della sua autorevolezza, proposte dai media. «Inoltre, il presidente Prodi resterà fino alla fine del mandato e la Commissione continuerà ad operare nella pienezza dei suoi poteri. Stiamo parlando di un'istituzione, non di un governo». Dopo le dimissioni della greca Anna Diamantopoulou, eletta nel parlamento greco nelle file del Pasok, e del francese Michel Barnier, nuovo ministro degli esteri francese, sarà lo spagnolo Pedro Solbes a lasciare da lunedì il suo incarico di responsabile degli affari monetari ed economici. Solbes rientrerà a Madrid per assumere il ruolo di vice premier nel nuovo governo socialista di Josè Luis Rodriguez Zapatero. L'elenco non è finito: oltre a Liikanen, potrebbero aggiungersi il commissario alla ricerca Philippe Busquin, già candidato nella lista del partito socialista belga di Elio di Rupo, e forse anche Viviane Reding, commissaria alla cultura, che potrebbe correre per le europee in Lussemburgo. Resta poi un'incognita legata al commissario alla concorrenza Mario Monti, per il quale potrebbero riaprirsi le chance alla direzione del Fondo monetario internazionale se gli attuali candidati, il francese Jean Lemierre e lo spagnolo Rodrigo Rato, dovessero farsi veto a vicenda. Quest'ipotesi sembra però molto remota.