Tragedia aerea di Linate: tutti condannati
La decisione è arrivata dopo circa cinque ore di camera di consiglio. Poco prima delle 15, in un aula stracolma di gente, il presidente Ambrogio Moccia ha letto il dispositivo con cui il collegio giudicante ha riconosciuto tutti e quattro gli imputati colpevoli di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo, li ha interdetti dai pubblici uffici e condannati a pagare le spese legali delle parti civili. Il risarcimento dei danni sarà quantificato in sede separata. Un verdetto pronunciato in nemmeno cinque minuti, in un clima di tensione, in un silenzio irreale rotto solo ad un certo punto da un urlo: «Inginocchiatevi, inginocchiatevi», ha gridato in aula la compagna, poi colta da malore, di un dipendente della Sea morto carbonizzato nel deposito bagagli trasformato in un forno crematorio. Per un attimo tutti sono rimasti attoniti: i giudici, il pm Celestina Gravina, i legali, gli altri parenti e, soprattutto, Sandro Gualano e Paolo Zacchetti - gli unici imputati presenti in aula - ai quali quel grido era rivolto. Come a loro e agli altri due imputati assenti, Vincenzo Fusco e a Francesco Federico, era rivolto l'urlo lanciato fuori dall' aula dalla vedova di un altro dipendente della Sea: «Assassini, assassini». Ma contro questa sentenza, che comunque ha lasciato scontenti molti familiari delle vittime (e uno dei sopravvissuti, Pasquale Padovano), Sandro Gualano, per il quale il pm aveva chiesto 8 anni di reclusione, ha dichiarato guerra: «L'accetto - ha detto subito dopo la lettura - perchè è stata emessa da un Tribunale, ma la ritengo profondamente ingiusta. Mi dispiace molto per tutto quello che è accaduto ma non potevo salvare nessuno». Paolo Zacchetti, pallido in volto perchè si è visto più che raddoppiare la pena chiesta dal pm (8 anni contro i 3 anni e 10 mesi), ha preferito non dire nulla. E Zacchetti, al ritorno verso casa, è stato - così ha riferito ai carabinieri e al suo avvocato - minacciato di morte da uno sconosciuto in moto. Gli altri sette imputati, la cui posizione è stata stralciata nel giugno scorso dal processo di primo grado che si è concluso oggi, verranno giudicati con rito abbreviato davanti al gup Cristina Mannocci. La data non è ancora stata fissata.