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Berardi: no alla grazia a Sofri e alla giustizia delle due misure

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Bruno Berardi, figlio del poliziotto assassinato dalle Br nel '78, mantiene la promessa fatta tre giorni fa e ieri manifesta, sotto la pioggia, davanti a Montecitorio, con un volantinaggio all'insegna del «Nessun privilegio per Sofri: affinché in Italia non ci siano condannati di serie A e si serie B». Nel volantino si sottolinea come «molti responsabili di atti di violenza e teppismo gratuito, molti interpreti dell'odio di classe, fomentatori di attacchi criminali contro chi era di diverso orientamento politico, contro lo Stato e i garanti dell'ordine civile, compiuti tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta, sono tuttora indisturbati». Sui volantini anche il simbolo del Ms-Fiamma Tricolore, il cui segretario Luca Romagnoli sostiene la campagna di Berardi, tanto da farne un candidato alle prossime elezioni europee. «Pannella? È sparito. Dice che Radio radicale si sarebbe messa a disposizione, ma chi l'ha vista? La Rai, invece, - dice Berardi - mi ha invitato: domani sarò ospite di "Excalibur". Sofri? Se mi vuole parlare, come dice, che mi chiamasse, io non so come raggiungerlo. Per ora ricevo decine di telefonate da tutta Italia». Intanto, continua il digiuno: «Sono a meno 14 chili» dice, mostrando l'ampio gioco del colletto della camicia. Lo scopo è sempre quello: «Richiamare le istituzioni a provvedimenti per i familiari delle vittime del terrorismo e dare la caccia ai troppi colpevoli che vivono indisturbati all'estero: Lollo, Casimirri, Panzieri...». Ma è Sofri il punto dolente. Lui e gli attivisti di Lc di quegli anni. «L'ex capo di Lotta continua - dice Luca Romagnoli - dovrebbe incontrare non solo Bruno Berardi, come ha detto di voler fare, ma tutti quei ragazzi malmenati su ispirazione del giornale che lui dirigeva... Non dimentichiamo che anche il caso Mattei fu liquidato da Lc come una "faida interna"». E proprio i due fratelli che finirono arsi vivi nella loro casa di Primavalle sono stati ricordati ieri dal movimento di Romagnoli, con una messa nella chiesa di piazza Clemente XI, a poca distanza dal luogo dove si consumò uno degli episodi più atroci degli anni di piombo. Anni che non passano e che trovano strane radici comuni nell'attualità internazionale, almeno nell'ottica di questa destra antagonista: «L'ultima vittima del terrorismo è Fabrizio Quattrocchi - dice Berardi - e l'associazione dei familiari delle vittime che presiedo fa le sue condoglianze più sentite a un altro italiano dimenticato dalle istituzioni...».

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