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Sofri, Ciampi deciderà da sé cosa fare

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Il Guardasigilli riceve i parenti degli eroi degli Anni di piombo: «Importante non dimenticarsi di loro»

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Ne è convinto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, interpellato dai giornalisti a margine della riunione del Csm cui ieri ha partecipato. «Tutti danno per scontata la determinazione di Ciampi; mi chiedo con quale autorità - ha detto il ministro - visto che il presidente della Repubblica deciderà in piena autonomia cosa fare». Quanto alla «moral suasion» che il presidente del Consiglio intenderebbe esercitare nei suoi confronti in relazione alla vicenda Sofri, Castelli risponde: «Berlusconi fa moral suasion nei confronti di tutti i ministri; è suo compito istituzionale coordinare l'attività dei ministri». E più in particolare sulla grazia all'ex leader di Lotta continua ha detto: «L'Italia ha tanti problemi e importanti. Nella mia scala il problema Sofri è molto in basso». Il ministro Castelli ha anche ricevuto i rappresentanti dell'associazione «Memoria», della quale fanno parte i familiari di caduti per fatti di terrorismo, delle forze dell'ordine e dei magistrati. Castelli ha assicurato il proprio impegno per l'approvazione della legge sui risarcimenti alle vittime del terrorismo e ha sottolineato: «In un momento in cui l'attenzione dei media è concentrata sul caso Sofri, mi è sembrato giusto ricevere i parenti delle vittime del terrorismo, perchè nel frastuono mediatico di questi giorni è importante che non ci si dimentichi di loro». Ieri il dibattito sulla grazia a Sofri si è incentrato sulla necessità che il detenuto interessato chieda la grazia, se la vuole. Questo concetto è stato sottolineato ancora una volta da An, con il ministro Gasparri il quale ha dichiarato: Sofri chieda la grazia, «se lui facesse questo atto anch'io sosterrei la sua richiesta ed esprimerei un parere favorevole». «Io ricordo - sottolinea il ministro della Comunicazioni - tante prevaricazioni subite negli anni della mia gioventù da parte del movimento di Sofri. La grazia Sofri non la chiede ma la pretende come grado ulteriore di giudizio. Ma sono passati molti anni e do atto ad Adriano Sofri di aver accettato la condanna e di essere stato in carcere senza fruire di vantaggi e permessi. Ma gli dico pubblicamente - ha aggiunto il ministro -, faccia una richiesta molto semplice: chiedo la grazia allo Stato. Se lui facesse questo atto anch'io sosterrei la sua richiesta ed esprimerei un parere favorevole». Il governatore del Lazio Storace (An) dal canto suo rileva: «Mi piacerebbe che dal Quirinale partissero due telegrammi: uno al presidente della Repubblica francese, perché faccia scontare la pena a Battisti; l'altro per il presidente brasiliano, perchè firmi l'espulsione dal suo Paese di Achille Lollo, un uomo che 30 anni fa ha ucciso due ragazzi e oggi è libero di scorazzare in Brasile». Riguardo, in particolare, alla vicenda di Sofri, il presidente della Regione Lazio ha affermato: «Spero che si rispetti il voto del Parlamento, che ha detto no ad una legge ad personam». Contro la grazia ad Adriano Sofri che «non la chiede perché si ritiene vittima di un errore giudiziario, significherebbe cancellare i più elementari principi di civiltà giuridica», si legge intanto nell'editoriale del prossimo numero della rivista «Studi Cattolici». e chi perora «per la grazia a un individuo nella situazione di Sofri è moralmente complice di assassinio». Nell'editoriale, si sostiene che se il presidente della Repubblica concedesse la grazia all'ex leader di Lotta continua, in carcere a Pisa per l'uccisione del commissario di polizia Luigi Calabresi, commetterebbe uno «sfregio alla magistratura». Il direttore di «Studi Cattolici», Cavalleri, critica poi duramente Marco Pannella e il suo «ennesimo sciopero della fame e della sete per forzare il presidente della Repubblica a concedere la grazia ad Adriano Sofri» e definisce «il ricatto del digiuno di protesta» come «una intollerabile forma di violenza: l'esibizionismo di Pannella, spettacolarizzato dai media», è un gesto di violenza verso se stesso e di violenza

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