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Piazza Fontana, oggi le motivazioni dell'assoluzione dei tre imputati

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Il verdetto pronunciato dalla corte, del tutto inatteso dalle parti del processo così come dai magistrati e dai giudici che in passato si occuparono del caso, creò non poche polemiche. A quasi 35 anni di distanza dalla terribile esplosione che il 12 dicembre 1969 causò, alla Banca dell'Agricoltura di Milano, 17 morti e 84 feriti, la sentenza d'appello ha assolto Delfo Zorzi, da anni residente in Giappone dove è divenuto cittadino nipponico, e il medico veneziano ed ex ispettore di ordine Nuovo per il Triveneto Carlo Maria Maggi dall'accusa di strage in base all'articolo 530, la vecchia insufficienza di prove. Entrambi erano stati condannati dai giudici di primo grado all'ergastolo. All'ergastolo era stato condannato anche Giancarlo Rognoni, che la Corte d'Appello ha invece assolto con formula piena oltre ad aver ridotto a un anno di reclusione la pena di tre anni che era stata inflitta a Stefano Tringali, accusato di favoreggiamento, riconoscendo che, in qualche modo, ci fu un'opera di depistaggio. Tra lo stupore generale, il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale aveva annunciato il ricorso in Cassazione contro la sentenza le cui motivazioni erano state annunciate entro trenta giorni. Un termine che scade domani. Solo dalla loro lettura sarà possibile individuare quali motivi hanno convinto la Corte d'Assise d'Appello a rivoluzionare una sentenza, e a far riscrivere la verità giudiziaria sul giorno che, in Italia, diede il via alla strategia della tensione.

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