IL FIGLIO DEL MARESCIALLO UCCISO DALLE BRIGATE ROSSE
La controprotesta di Bruno Berardi: «Digiuno, non bevo ma lavoro e non vedo medici da 6 giorni»
Devo continuare a lavorare, e per il momento non ho ancora fatto controlli medici». Berardi, figlio del maresciallo Rosario assassinato nel 1978 dalle Brigate Rosse e presidente dell'Associazione vittime del terrorismo «Domus Civitas», ha cominciato domenica scorsa la sua battaglia personale in aperta contrapposizione con quella di Marco Pannella e anche ieri era al lavoro alla Direzione generale dell'Agenzia delle entrate di Roma. «Un posto che ho avuto dopo anni di disoccupazione e che non posso rischiare di perdere», spiega Berardi che milita nella Fiamma Tricolore ed è responsabile nazionale Difesa e Sicurezza del partito. «Sento la fatica e l'affanno - dice - e i miei movimenti iniziano a diventare sempre più lenti. Ma noi parenti delle vittime del terrorismo non possiamo sopportare in silenzio l'ennesimo affronto che ci viene fatto». Assicura che continuerà lo sciopero della fame e della sete «fino a quando il presidente della Repubblica non la pianterà con i suoi tentativi di modificare le prerogative istituzionali per liberare un assassino che, con arroganza, riesce a fare addirittura la parte della vittima». Mercoledì prossimo alle 12, nella sede della Fiamma Tricolore a Roma Berardi terrà una conferenza stampa sulla vicenda Sofri. «Il giorno prima sono stato invitato per un faccia a faccia con Pannella in una trasmissione di un'emittente privata. Voglio confrontarmi con chi appoggia istanze contro la giustizia e la memoria di chi ha perso la vita per servire lo Stato». Intanto il nuovo testo sulle norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi, così come emendato in commissione affari costituzionali, divide le associazioni dei familiari delle vittime. «Positive e favorevoli considerazioni» sono state espresse dall'associazione Memoria, di cui è presidente Mariella Magi, vedova dell'agente di polizia Fausto Dionisi, ucciso da Prima Linea a Firenze, dopo le critiche rivolte invece da Paolo Bolognesi, presidente dell'Unione familiari vittime per stragi. Se per Bolognesi il disegno di legge è stato «peggiorato» perchè «il governo, tramite il sottosegretario Mantovano ed il relatore Mongello, ha presentato propri emendamenti, tutti tesi a bloccare quella copertura finanziaria che gli era dovuta», con risarcimenti «talmente» ridotti che appaiono «come un contentino», Mariella Magi ritiene che quegli stessi emendamenti «sono un importante segnale di attenzione che il Governo ha voluto dare, pur nei limiti della difficile situazione finanziaria in cui ricordiamo si trova il nostro Paese, alle vittime del terrorismo. Questa associazione - conclude la vedova Dionisi - non ritiene di dover mercanteggiare al rialzo quell'attenzione che così significativamente il Governo ha deciso di rivolgerci».