di DINO TIERI IL FONDO monetario internazionale «smentisce» Bruxelles.
Invece l'altro ieri gli analisti Ue di Prodi e Solbes hanno attribuito al nostro Paese un rapporto deficit-pil del 3,2% quest'anno, avviando così le procedure per affibbiare al governo Berlusconi un «avvertimento» di cattiva conduzione della politica economico-finanziaria. Tremonti, intanto, va al contrattacco e in un'intervista radiofonica contesta le stime prodiane, attacca la sinistra, sostiene la sua ricetta per il rilancio. Secondo il Fmi il Pil italiano crescerà dell'1,2% quest'anno e del 2% nel 2005. Quanto alla previsione sul deficit, rivede al rialzo le attese per quest'anno, ma ritiene l'Italia in grado di restare, seppur di poco, sotto la soglia del 3%. Le ultime previsioni del Fmi, infatti, rialzano il deficit italiano al 2,9% del Pil nel 2004 e al 2,8% nel 2005, dai rispettivi 2,5% e 2,4% delle previsioni di un mese fa. Quanto al debito pubblico, le stime del Fmi, seppur leggermente riviste al rialzo, sono praticamente identiche a quelle del Governo: un 105,2% del Pil nel 2004, contro il 105 del governo. Al Ministero dell'Economia commentano: «Se c'era bisogno di provare il carattere strumentale dell'iniziativa assunta dalla commissione Prodi, ebbene questa prova, oltre che dai grandi giornali stranieri, viene dal Fmi. Da giovedì scorso, speculando sui decimali e manipolando l'informazione in Italia, la commissione Prodi - rilevano ancora all'Economia - ha ottenuto un solo effetto: quello di screditarsi in Italia e all'estero». Intanto Tremonti a Radio Anch'io ieri mattina contesta le stime fatte dagli uomini di Prodi e Solbes (il commissario Ue all'Economia che sta lasciando l'incarico per andare a fare il ministro delle Finanze a Madrid nel governo socialista di Zapatero). La commissione europea, dice Tremonti, «prevede uno 0,2% sopra il magico 3%. Lo sfondamento sarebbe dello 0,2% e dovrebbe essere verificato nel febbraio 2005. Non parliamo del 2% ma dello 0,2%. Ci rivediamo nel febbraio 2005 per vedere come sono andate le cose. Non bisogna drammatizzare a meno che non si voglia speculare e la speculazione politica non fa bene al paese né all'Europa». Tremonti rileva anche che sono stati i governi di centrosinistra, attraverso il Wto, a far entrare la Cina sui mercati occidentali, e aggiunge: «C'è stato «un errore storico della sinistra, lo dobbiamo a Fassino e D'Alema». Quanto a Prodi, «ha fatto tutte le regole del mondo tranne quelle necessarie. Negli ultimi mesi ci sono stati 2,3 km lineari di regole inutili sulle pere e sulle mele», invece avrebbe dovuto «difendere le nostre produzioni contro i falsi». Confermato l'impegno per la riduzione delle tasse: terrà «della famiglia», e «l'unico modo è tagliare la spesa pubblica». Comunque, aggiunge, «noi non taglieremo, ed è un impegno, la sicurezza, la scuola, l'università e la ricerca». Invece «analizzeremo voce per voce dentro il bilancio dello Stato dove c'è un milione di miliardi di spesa» che può essere razionalizzata. Infine, ribadisce che il rilancio dell'economia non prevederà solo la riduzione delle tasse ma anche «cose importanti per l'economia».