Fini: non c'è da preoccuparsi perché non se ne farà nulla, ma Prodi è in conflitto di interessi
La notizia arriva ieri dalla capitale belga insieme al Rapporto di Primavera 2004 che contiene le previsioni per l'economia europea. Immediata la reazione di Roma: «Non è la prima volta - dice il vicepremier Fini - che la Commissione chiede sanzioni. È successo in passato con Portogallo, Francia e Germania. Certamente in sede Ecofin la proposta non sarà accolta». Nel Rapporto si legge fra l'altro che oltre al rischio di superare la soglia del 3%, l'Italia ha una «percentuale di debito pubblico» che «raggiunge quota 106,2% di Pil»: condizioni che «richiedono l'immediata attivazione del meccanismo di early-warning («avvertimento preventivo»), in modo che le autorità decidano la necessaria politica di aggiustamento». Inoltre, secondo la Commissione, Roma in assenza di «misure supplementari» raggiungerà quota 3,2% del Pil nel 2004, dato che «l'impatto delle misure temporanee (una tantum) dovrebbe dimezzarsi in confronto al 2003». Inoltre, per il 2005 la previsione relativa al deficit parla di una percentuale del 4% del Pil. Quanto all'incremento del Pil italiano, secondo Bruxelles sarà dell'1,2% nel 2004, circa mezzo punto percentuale in meno della media dell'eurozona, ma avrebbe «un'accelerazione al 2,1% circa attesa nel 2005, ancora ampiamente sostenuta da una solida domanda interna». L'early warning deciso ieri è l'unico «cartellino giallo» che il Commissario agli affari economici e monetari, Pedro Solbes, che si accinge a fare il ministro delle Finanze col governo spagnolo di Zapatero, ha deciso di preparare, pur essendo in totale i sei i Paesi il cui deficit nel 2004 supererà il tetto massimo del 3% (oltre all'Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi. La situazione dei conti pubblici italiani «è in netto peggioramento»: ha detto Solbes, presentando le previsioni di primavera. Quindi ha in sostanza ctiticato le ultime Finanziarie italiane facendo riferimento all'eccessivo uso di una tantum che nel 2003 hanno raggiunto il 2% del pil, e al calo dell'avanzo primario («mai così basso dall'inizio degli anni '90»). Questa particolare attenzione di Solbes all'Italia ha provocato forti reazioni nel centrodestra, dove si ha la impressione che questa vicenda costituisca in sostanza un attacco al governo italiano a poche settimane da una importante tornata elettorale. Parlando con i giornalisti a Montecitorio Fini è stato durissimo su questo: da parte di «Romano Prodi sta danneggiando la Commissione europea per via del suo conflitto di interessi, un conflitto di interessi politico, di presidente dell'istituzione, che dovrebbe essere imparziale, e di leader politico in Italia». «Prodi crea uno stato di confusione tra i cittadini italiani - insiste il leader di An - che si ritrovano, quando lui parla, nella difficile condizione di chi non sa se Prodi si presenti nella veste di presidente della Commissione europea o nella veste di leader dell'opposizione». Per quanto riguarda l'avvertimento della Commissione Ue, «non preoccupa il governo perchè le condizioni della nostra economia non sono più preoccupanti di quelle di altri Paesi», afferma Fini. «Non è la prima volta - ricorda il vice premier - che la Commissione chiede delle sanzioni. È successo in passato con Portogallo, Francia e Germania. Il governo è tranquillo perché certamente in sede Ecofin la proposta non sarà accolta. D'altra parte la congiuntura economica è difficile per tutta l'Europa». Per i Paesi Bassi, tuttavia, che supereranno la soglia del 3% anche nel 2004, è prevista la preparazione di un «rapporto per deficit eccessivo», nell'ambito della procedura prevista dal Patto di stabilità. È il passo precedente all'invio di un early warning, annunciato invece per l'Italia. D. T.