Anche i tecnici di Bruxelles sbagliano le previsioni
Insomma a sbagliare le stime non sono solo i governi nazionali che nel disegnare gli orizzonti economici hanno la manica larga, ma anche gli economisti di Bruxelles. Così confrontando (ved. tabella al lato) le stime, a partire dal 2000 fino al 2003, con i dati reali a consuntivo, emergono differenze notevoli. Il che non vuol dire assolvere i governi dell'Unione europea ma solo far capire che non si può prendere per oro colato quello che si dice a Bruxelles. Ma vediamo le voci più significative dei bilanci pubblici. Il nostro esame si riferisce all'Italia ma anche per Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna abbiamo rilevato scostamenti notevoli tra le stime e il consuntivo. Cominciamo dal pil, la ricchezza del Paese. Per il 2000 Bruxelles aveva previsto in Italia un aumento del pil del 2,7% ma sbagliò per difetto dal momento che a consuntivo la crescita fu del 3%. Sbaglio per eccesso di ottimismo per il 2001. A fronte di un +2,5% il pil aumentò solo dell'1,8% con uno scarto d'errore questa volta sensibile, pari allo 0,7%. Un errore così grossolano è stato ripetuto per il 2003. Bruxelles aveva previsto un aumento del pil dell'1% ma non si è andati oltre lo 0,3%. Peggio è stato fatto per il 2002. Invece dell'1,4% l'economia è cresciuta solo dello 0,4%; lo sbaglio degli economisti è stato dell'1%. Ecceso di ottimismo per i dati sull'inflazione. Anche qui l'errore dei tecnici di Bruxelles è stato sensibile. Per il 2000 era stato previsto un carovita al 2,1% ma la realtà si rivelò peggiore con un 2,6%; ovvero un errore dello 0,5%. Nel 2001 gli economisti hanno corretto il tiro: a fronte di una previsione del 2,2% l'inflazione risultò a consuntivo del 2,3% con uno scarto dello 0,1%. Per il 2002 e il 2003 le stime si sono rivelate decisamente ottimistiche. Nel 2002 gli economisti di Bruxelles avevano valutato che l'inflazione sarebbe rimasta inchiodata al livello dell'anno precedente cioè al 2,2%. Sono però stati smentiti dai fatti. Il carovita ha ripreso a salire arrivando a quota 2,6%. Per il 2003 hanno quindi corretto il tiro valutando un incremento del 2,4% ma anche in questo caso il consuntivo è risultato peggiore: il 2,8% con un errore dello 0,4%. Eccesso di pessimismo invece per l'occupazione. Per il 2000 Bruxelles indicava una percentuale di senza posto pari al 10,9% sbagliando dello 0,5% perchè a consuntivo invece è stato del 10,4%. Errore dello 0,4% anche l'anno successivo. Nel 2001 a fronte di una previsione del 9,8% il tasso di disoccupazione scese invece al 9,4%. Il trend discendente si è confermato anche per il 2002 ma anche in questo caso gli economisti sono stati pessimisti. A fronte di stime del 9,5% la disoccupazione è scesa al 9% con un errore dello 0,5%. Un calo anche nel 2003 ma più marcato rispetto a quanto Bruxelles aveva stimato. A fronte del 9,1% la percentuale dei senza posto l'anno scorso è stata dell'8,7%.