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«Sta usando la sua carica per fini elettorali»

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La Cdl all'attacco di Prodi: «Vergogna, l'Ulivo fa carte false pur di colpire il nostro Paese»

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Non mancano le definizioni nel centrodestra contro il presidente della Commissione Europea e leader dell'Ulivo per la sua ennesima invasione di campo nella politica italiana. E partono bordate sul «conflitto di interessi» di Romano Prodi. Secondo il ministro Rocco Buttiglione (Udc), «non era mai accaduto prima che il presidente della commissione europea fosse anche il leader di uno degli schieramenti in campo nella campagna elettorale di uno dei paesi membri», e questo «non rappresenta soltanto un'anomalia ma un vulnus». In Forza Italia, Antonio Leone parla di comportamento «vergognoso» e osserva che «se Prodi ha scelto di essere il leader di una parte politica deve dimettersi da Bruxelles», mentre Renato Schifani evidenzia che «Prodi continua quotidianamente e in modo spregiudicato ad utilizzare la sua carica istituzionale per puri fini elettorali». Antonio Tajani sottolinea che «Prodi e i suoi compagni di triciclo farebbero carte false pur di far avere un richiamo al nostro Paese sul deficit». Una bordata su Prodi arriva anche da Italo Bocchino, vicecoordinatore di An: «L'unico deficit evidente è quello della credibilità di Prodi e Solbes, i due "censori" della politica economica del governo italiano. Uno tiene comizi in Italia come leader del triciclo al grido di "compagni unitevi". L'altro, tempo qualche giorno e sarà ministro del governo socialista in Spagna». E Giorgio La Malfa invita i due contendenti «a darsi una regolata» nella consapevolezza che l'avvertimento «può ma non deve necessariamente essere emesso da Bruxelles» e che comunque «un problema di conflitto di interessi per Prodi c'è». Il centrosinistra fa muro intorno a Prodi. Il segretario Ds Piero Fassino non crede «che ci sia alcuna ragione di polemica verso Prodi e verso l'Europa da parte del presidente del Consiglio italiano, aggiungendo che «Berlusconi e Tremonti devono semmai spiegare agli italiani come è che la loro politica economica in tre anni non ha fatto nè crescere il Paese nè garantito alle famiglie italiane quelle certezze e quelle sicurezze che erano state tre anni fa promesse e che non sono state realizzate». Marco Rizzo, capogruppo alla Camera del Pdci, loda l'inflessibilità di Prodi sul rispetto delle regole dell'Unione Europea», mentre Franco Monaco della Margherita attacca Berlusconi, «insofferente ad ogni regola, da quelle europee a quelle della buona educazione». «Il patto di stabilità - dice - non è la regola di Prodi ma dell'Europa, un consesso che, evidentemente, non fa per lui». In questo clima parte il conto alla rovescia per il verdetto di Bruxelles: mercoledì si saprà se l'Italia sarà richiamata all'ordine dalla Commissione Ue con l'early warning per un rischio di sforamento del deficit oltre il 3% previsto dal patto di stabilità. Intanto, i tecnici del Tesoro sono al lavoro per rivedere le stime di crescita: l'appuntamento, in attesa del varo del Dpef (che coma ha detto sabato il premier Silvio Berlusconi potrebbe essere anticipato) è per questo mese con la Relazione previsionale e programmatica che accompagna il varo della Trimestrale di cassa. Le ultime stime ufficiali indicano per il 2004 una crescita all'1,9% e un deficit del 2,2% in rapporto al Pil.

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