Giallo degli incarichi a Fassino e Rutelli
«Una bella cosa - dice - non l'avevo mai sentita altre volte». Boselli è soddisfatto anche perchè sul cuore della sua tesi congressuale, e cioè la nascita di un partito riformista dopo le europee, ha potuto registrare ieri un'apertura di Fassino, anche se Rutelli ieri si è mostrato molto cauto. Dal leader della lista unitaria Boselli incassa anche una sintonia di vedute sulla sua proposta di non presentare candidati alle europee che non rimangano nel Parlamento europeo. Una proposta che nel testo scritto della sua replica è condita da una frase che però Boselli non legge dal palco, e cioè che i segretari dei partiti già deputati non si debbano candidare. «Non mi sembrava opportuno - dirà poi Boselli - mettermi a dire io chi si deve candidare e chi no. Non abbiamo corretto il testo prima di darvelo». Ma è sulla questione degli incarichi della lista Prodi che si apre un piccolo «giallo» che Boselli prova a minimizzare. Nel testo della sua replica, il leader dello Sdi invita a evitare «contrapposizioni tra Piero e Francesco» e propone che, se Fassino farà il portavoce, Rutelli dovrebbe fare il coordinatore. Ma dal palco glissa e si limita a dire che gli incarichi proposti da Prodi, il quale ascolta annuendo, muovono da una ragione molto semplice: quella di dividersi i compiti all'interno della lista. Argomento spinoso, anche perchè non è escluso che Boselli ne abbia discusso a Fiuggi con lo stesso Prodi e con Rutelli prima di parlare dal palco. Boselli spende anche qualche parola finale sull'Ulivo nella sua replica, ascoltato da Prodi che annuisce quando dice: «Non vogliamo estromettere nessuno». Ma il leader Sdi va oltre chiedendo di semplificare l'alleanza: «Bisognerà chiarire il rapporto che deve esistere tra la cooperazione rafforzata dei riformisti e le regole che presiedono all'unità dell'Ulivo». Molte le critiche uliviste a quanto uscito dal congresso dello Sdi. Il segretario di Alleanza popolare Udeur, Clemente Mastella commenta: «É emersa una semplificazione che non ci convince: quella di un triciclo che debba assorbire tutto e tutti, per allearsi in un secondo momento a Rifondazione comunista. Con una coalizione tutta spostata a sinistra, non si può pensare di conquistare il voto dell'elettorato moderato e si rischia quindi di restare all'opposizione ancora per molti anni» Il leader dei Verdi Pecoraro Scanio conferma poi il suo «no» al partito unico. «Lo Sdi di Boselli e Del Turco abbandona definitivamente la casa socialista per diventare il braccio operativo di Prodi, da sempre avversario storico del Psi di Craxi, e da sempre rappresentante in Italia della vera destra economica». È quanto sostiene, alla fine del congresso dello Sdi, il vice segretario del Nuovo Psi Donato Robilotta. «Quanto alle accuse che ci hanno rivolto dal loro congresso - prosegue - Del Turco e Intini hanno dimostrato ancora una volta tutta la loro disonestà intellettuale: siamo stati sempre noi a ricostruire quel Psi che Del Turco ha chiuso e liquidato nel '94 in cambio di pochi collegi. Quanto a Intini, ora sta con i post-comunisti dopo essere stato il più anticomunista dei dirigenti del Psi».