«Ora smettetela di litigare La Cgil pensi ai cittadini»
Antonio D'Amato avrebbe preferito lasciare al suo erede designato, Luca Cordero di Montezemolo (garbatamente assente per non rubare la scena), un testamento spirituale meno pessimista ma, da buon imprenditore del settore, non nasconde di vedere, dopo tre anni di condominio con il governo Berlusconi, «il bicchiere mezzo vuoto». Per la sua ultima grande uscita pubblica (il 27 maggio in assemblea si limiterà ad un saluto), davanti al capo del governo Silvio Berlusconi e a tutti i big dell'industria italiana, D'Amato elenca «le cose che non vanno». Incalza il governo «sul da farsi in questo scorcio di legislatura», perché - dice - agli imprenditori torni la voglia di investire. Già, gli investimenti. A D'Amato non va proprio giù l'ipotesi che l'annunciata riforma del fisco venga pagata solo dalle aziende con il paventato taglio ai trasferimenti: «Sostenere i consumi è importante, sostenere gli investimenti è più importante», aveva detto appena saputo del progetto (mai ufficializzato dal governo). Ieri, davanti al premier, non perde l'occasione e va giù ancora più duro, complice come detto anche la sua «ultima volta». «Ridateci la voglia di investire, ridateci la fiducia, riprendete a fare politica perché la maggioranza divisa rende difficile governare oggi. Smettetela di litigare», dice. «Caro presidente Berlusconi - aggiunge D'Amato - io ho vissuto un'esperienza entusiasmante, tu invece in questi tre anni hai vissuto un momento difficile, e molte di quelle cose che erano parte del tuo programma elettorale restano ancora da fare. Bisogna invece avere a volte il coraggio di scelte impopolari». Confindustria, ha aggiunto, si è sempre proiettata su un terreno riformatore, «alcune riforme sono state fatte, come quella del mercato del lavoro, della scuola e del diritto societario». D'Amato, indicato tra i grandi 'nemicì della Cgil durante il suo governo a viale dell'Astronomia, non lo dimentica. «Anche il sindacato deve assumersi le sue responsabilità: vogliamo un sindacato moderno che si faccia carico degli interessi non solo dei suoi iscritti ma anche dei cittadini».