«Serve un commissario europeo per il Mediterraneo»
«Così come per l'allargamento abbiamo avuto un Commissario che ha spianato la strada ai successi che oggi abbiamo in campo europeo, ha detto Costalli, bisogna fare altrettanto per l'area mediterranea. La distanza fra Roma e Tunisi è inferiore a quella tra Roma e Bruxelles, così come la distanza fra Parigi e Algeri è inferiore a quella fra Parigi e Varsavia», ha aggiunto il leader del Mcl. «Questo significa che, se la geografia non è un optional, è essenziale avere le strutture (e quindi un Commissario) per essere più attenti e presenti alle zone geografiche più vicine a noi, Mediterraneo e Balcani in testa». La prima giornata del seminario (oggi interverranno il ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia e Mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace) ha messo a confronto, sul tema della crisi internazionale e sul rapporto occidente-islam, il vescovo di Tunisi e presidente dei vescovi nordafricani mons Foad Twal e l'esperto di relazioni internazionali e docente della Cattolica di Milano Vittorio E. Parsi. «Il dialogo interreligioso è impegnativo, non è uno scherzo, ha detto il vescovo di Tunisi e presidente dei vescovi del nord Africa, mons. Foad Twal. Per dialogare seriamente, nella verità e nel rispetto, non bastano solamente le frasi di cortesia. «Serve la forza e la capacità di presentarsi tali e quali per come si è». ha aggiunto il vescovo. «Io - ha spiegato Mons. Twal riferendosi in particolare al mondo islamico - devo potermi presentare con tutti i miei dogmi e con tutta la mia fede, devo rispettare gli altri e gli altri devono rispettarmi. Quindi dialogare con gli altri suppone una conoscenza forte, radicale, della nostra religione e della loro: ma spesso non conosciamo bene né l'una né l'altra, né la nostra né la loro religione. Meglio allora non dialogare, meglio essere solo amici. Poi c'è un altro tipo di dialogo, che è quello di vita, e che noi viviamo spesso a Tunisi, dove ci conosciamo, ci vogliamo bene, siamo rispettosi, ma senza toccare mai l'argomento religioso. Ci sono alcuni dogmi che non sono negoziabili». I mass media secondo il vescovo di Tunisi hanno una grossa responsabilità perché «parlano troppo di uno scontro fra culture, fra religioni: più ci sono problemi, paura, ferite, da tutte le parti, più dobbiamo impegnarci a curare, a sanare, a servire, ad amare. Non è il momento di scappare perché abbiamo paura, non è il momento di scappare per lasciare il terreno ad alcuni pazzi. Al contrario ci tocca proprio ora essere più presenti con la nostra fede, col nostro perdono, ma anche con la nostra giustizia, senza farci dei complessi». Secondo il prof. Vittorio Emanuele Parsi, docente dell'Università Cattolica di Milano, per superare il momento di crisi internazionale bisogna riscoprire il ruolo delle istituzioni, dando alla sicurezza il ruolo di questione determinante.