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Continua la polemica sulla grazia per Sofri

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Ieri il capo di gabinetto del ministero della Giustizia ha scritto al Segretario generale della Presidenza della Repubblica Gaetano Gifuni per sapere se la diffusione che c'è stata l'altro ieri della lettera trasmessa dal Quirinale a Castelli per chiedere la trasmissione delle carte sulla grazia a Sofri e Ovidio Bompressi «sia stata conseguenza di una spiacevole fuga di notizie o una scelta voluta». L'iniziativa suscita le proteste dell'opposizione, che aveva plaudito alla «scesa in campo di Ciampi», mentre il Colle lascia cadere la cosa come a far capire che non si intende reagire in alcun modo. In serata però si è appreso che sarebbe pronta a via Arenula, e dovrebbe partire a breve, la lettera a Ciampi con il sì alla richiesta di istruire la pratica su Adriano Sofri. Il premier intanto conferma la sua posizione, «che è quella espressa nella lettera al Foglio, sostanzialmente a favore dell'atto di clemenza. Mi auguro - ha aggiunto Berlusconi - che non ci sia nessuno scontro istituzionale». Nella Cdl in molti continuano a essere contrari a che venga concessa la grazia a Sofri senza che lui la richieda. Il ministro del Welfare Roberto Maroni conferma di «condividere in pieno la posizione di Castelli». Mentre quello delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, distinguendosi rispetto dalla posizione più possibilista assunta dal coordinatore di An La Russa, ribadisce che il perdono senza la richiesta «sarebbe un'offesa alle vittime». Il ministro per le Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione, invece, dichiara di essere favorevole alla grazia, ma propone la medaglia d'oro per il commissario Luigi Calabresi. Da sinistra intanto continua il pressing. «Non si era mai visto - commenta il presidente del gruppo Misto Marco Boato fautore della grazia a Sofri e autore del ddl recentemente silurato da An in Parlamento - che un capo di gabinetto di un ministro scrivesse una lettera del genere al Quirinale. Castelli e i suoi più stretti collaboratori si fermino prima di raggiungere il ridicolo...». La responsabile Giustizia dei Ds Anna Finocchiaro dichiara: «Trovo giusto che Ciampi su una questione così delicata che è stata anche oggetto di esame alla Camera dei deputati abbia parlato "expressis verbis", cioè con parola pubblica. Mi sembra invece che la cortesia istituzionale del ministro Castelli cominci a mostrare qualche crepa...». Di assenza di equilibrio istituzionale parla invece il responsabile Giustizia della Margherita Giuseppe Fanfani che accusa il Guardasigilli «di non perdere occasione per creare motivi di conflittualità con le altre istituzioni dello Stato». Si profila, in questa situazione, la prospettiva che venga sollevato il conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale. In questo senso è significativo anche l'intervento del presidente della Consulta Gustavo Zagrebelsky che dichiara di non volersi pronunciare sulla vicenda «prima che le questioni giungano alla nostra attenzione».

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