Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Vanno incentivati gli aiuti ai Paesi moderati»

default_image

  • a
  • a
  • a

Vogliamo portare un contributo di crescita ai Paesi moderati, avvicinando la gente e non solo i governanti, superando una visione elitaria del partenariato». È questo il messaggio che Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), lancerà al convegno «Unione europea e Mediterraneo: cooperazione con la società civile nell'ambito del dialogo sociale», che si terrà da oggi a domenica a Palermo. Al seminario di studi, organizzato dal Mcl, con il contributo dell'Ue, parteciperanno, fra gli altri, il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, il presidente della Commissione pontificia Giustizia e pace, monsignor Giampaolo Crepaldi, il presidente dei vescovi del Nord Africa e vescovo di Tunisi, monsignor Foad Twal, oltre ad europarlamentari, esponenti politici, religiosi e dell'associazionismo di vari Paesi del Mediterraneo. L'Mcl è il movimento di lavoratori, di ispirazizone cristiana, a carattere sociale, di solidarietà e volontariato, senza fini di lucro, che associa oltre 250 mila lavoratori dipendenti e autonomi. L'Mcl esiste da 30 anni e ha sedi in tutta Italia, oltre che in quasi tutti gli Stati dell'Ue e nei maggiori Paesi dei vari continenti, dove è larga la presenza di italiani. Qual è il contributo del Movimento cristiano lavoratori nei confronti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo? «Vogliamo favorire il più possibile lo scambio di opinioni, l'abbattimento dei pregiudizi, l'avvio di forme di collaborazione fra le organizzazioni private e fra i moderati, vogliamo suscitare interesse per il diverso attraverso iniziative concrede di collaborazione». Quali Paesi hanno manifestato maggiori aperture e con chi, invece, incontrate difficoltà? «Il Marocco è uno dei Paesi più aperti, retto da una monarchia moderata, dove la maggior parte delle donne non indossa il velo. Lavoriamo bene anche in Tunisia e, ultimamente, in Libia. Incontriamo invece difficoltà in Algeria. Laddove i governi ci aprono le porte riusciremo a mettere un piede, a stimolare il dibattito, a realizzare progetti». Quali sono i progetti in fase di realizzazione? «In questi Paesi servono iniziative concrete nel campo dell'agricoltura, del commercio, della formazione. In Marocco, ad esempio, abbiamo favorito la formazione di addetti alla ristorazione che, attraverso la legge Bossi-Fini, poi vengono a lavorare in Italia. Nel Nord del Marocco, a Tetuan, stiamo costruendo un un acquedotto, in parte finanziato dal governo italiano e in parte da partner privati spagnoli».

Dai blog