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SOSTIENE Berlusconi, strizzando l'occhio, che il fanatismo della opposizione è tale che il Triciclo rifiuterebbe ...

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Non si beve neppure un caffè. Ma l'ultimo progetto del Cavaliere - ridurre le tasse a tutti, entro l'anno prossimo - è diventato un problema spinoso che non sarà facile risolvere. Lo stesso Romano Prodi, quando dovrà eventualmente dare il suo assenso al piano di Tremonti come presidente della Commissione Europea, dovrà misurare le parole col bilancino; perché se mai gli venisse voglia di opporre il suo divieto, un'ondata di proteste lo prenderebbe di mira. E con lui la coalizione che lo sostiene. Per queste ragioni si tengono riunioni segretissime nella sede dei Ds, detta il «Botteghino». Come reagire al «colpo di teatro» del Cavaliere? Con il rifiuto totale che caldeggiano le frange radicali dei girotondi e dei comunisti? Oppure con il guanto morbido che offre il «margherito» Enrico Letta, la cui battuta compromissoria così suona: «Diamoci una stretta di mano e discutiamone insieme»? La questione delle tasse (ridurle o non ridurle) è stata affrontata anche nella mitica regione del Mugello, dove perfio l'acqua del rubinetto è rossa, e dove il partito dei Ds si aggira intorno al sessanta per cento. Ebbene, la sorpresa viene proprio da quell'incantevole luogo toscano: c'è stata una frattura nel campo dei progressisti, con una larga percentuale favorevole alla riduzione delle imposte. Nel corso di un'assemblea notturna, gli intransigenti che dicevano «mai una lira dal tiranno» sono stati messi in minoranza. E ai dissenzienti che uscivano dalla sala delle riunioni hanno gridato: «Sporchi borghesi» e «Infami fascisti». È probabile che la questione «meno tasse per tutti» sarà al centro della campagna elettorale. Com'è logico ne hanno discusso pure gli intellettuali della fronda, quei professori girotondisti di Firenze che vedono nel capo del governo le sembianze di Satana. In un vecchio caffè del Lung'Arno i capi della Sinistra Alternativa si sono riuniti con i loro abiti raffinatamente «casual», e hanno suggerito la diffusione di un manifesto nel quale «il mondo universitario denuncia la decurtazione delle imposte, a esclusivo beneficio delle classi agiate». Purtroppo, quand'è venuto il momento di sottoscrivere, hanno firmato solo in due. Gli altri hanno detto che «dovranno riflettere». Questo improvviso mal di pancia a sinistra è studiato con attenzione dagli osservatori della stampa, non solo italiana. C'è già chi sostiene che con la sua mossa provocatoria Berlusconi potrebbe ottenere due risultati: un scossa positiva all'economia, e un disagio montante fra i partiti di opposizione. Lo stesso Romano Prodi ha consultato i leader del Triciclo, consigliando per il momento «estrema cautela» e «bocche cucite». Ultima, ma non infima: s'è sparsa la voce che quel «ragazzaccio di Tremonti» (definizione di Vincenzo Visco) abbia nel cassetto una proposta indecente: quando la riduzione delle imposte sarà legge, il ministero dell'Economia potrebbe diffondere un comunicato ai cittadini che non la condividono. Nel qual caso potrebbe aumentare il beneficio per coloro che invece l'approvano. Sarebbe un test davvero interessante, una sorta di referendum alla vigilia delle elezioni politiche.

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