Fiori: la devolution così non va bene e deve essere cambiata
Lo dice a Radio Radicale il vicepresidente della Camera Publio Fiori, di An, per spiegare quanto accaduto a Montecitorio. «In maggioranza - osserva Fiori riferendosi alle sanzioni comminate ai deputati leghisti - qualcuno teme che questa mia decisione possa in qualche modo aver disturbato i rapporti all'interno della Cdl con la Lega. Però credo che, per tenere in piedi una maggioranza, non si possano pagare prezzi di tipo istituzionale o costituzionale». «Nella politica - prosegue il vicepresidente della Camera - prima ci deve essere un'intesa sul rispetto della Costituzione e delle istituzioni democratiche, e poi ci si divide sui temi concreti della politica quotidiana. Ho l'impressione che ci sia un divario di cultura democratica tra alcune forze della maggioranza. Questo creerà certamente grossi problemi politici». Quanto alla ipotesi che si debba mettere in conto l'ipotesi di andare avanti con la Lega fuori da governo e maggioranza, «è sempre più difficile - rileva Fiori - la convivenza politica con chi ha della democrazia e del rispetto istituzionale una visione così differente da quella che abbiamo noi». «Probabilmente - conclude - in qualche modo l'assenza di Bossi si fa sentire perché manca la sua intelligenza politica e perché la presumibile assenza di Bossi per qualche tempo accelera i processi di successione e forse qualcuno li interpreta nel senso che più si fa chiasso e più si è leader». «Dopo Pasqua - conclude il vicepresidente della Camera - avremo una ripresa un pò vivace, perché ritengo che la legge sul federalismo che ci arriva dal Senato non sia approvabile così com'è e che sia indispensabile fare delle modifiche profonde; la devolution così non può essere accettata». Quanto al fatto che da ambienti di Forza Italia si è fatto notare che Fiori ieri non ha votato la fiducia, l'esponente di An così spiega: «Perché ero in missione è molto semplice. E se anche fossi stato alla Camera, essendo stato protagonista di quello scontro, avrei ritenuto più giusto evitare di prestare il fianco a creare nuove polemiche».