Berlusconi a Fini: «Tranquillo, tutto si risolve»
Ma non c'è da illudersi, si tratta di tutto tempo «lordo». Al netto dei convenevoli, delle battute sul Milan, delle chiacchiere sui manifesti elettorali, di politico resta non tantissimo. Insomma l'incontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini dopo gli scontri dei giorni scorsi sulla riforma fiscale, seppur lungo non infiamma gli entusiasmi. C'è una schiarita. Per ora. Il presidente del consiglio è tornato a spiegare le sue ragioni: «Caro Gianfranco, la riforma è ineludibile, devi capire. Non possiamo rinviarla, non c'è tempo a disposizione. Gli italiani l'aspettano, era nel nostro programma elettorale e non possiamo certamente tornare indietro». E Fini, dopo aver ascoltato un Berlusconi particolarmente fluviale nell'eloquio, ha rintuzzato ribadendo le proprie ragioni. Ovvero, la difesa dei ceti medi che sono particolarmente in sofferenza, e soprattutto la necessità di concertare prima all'interno dell'esecutivo le decisioni da prendere. I toni sono stati soft, molto leggeri, amichevoli. Berlusconi ci ha tenuto ad avere un atteggiamento quasi paternalistico e Fini ha mostrato il volto buono: insomma, entrambi hanno cercato di riappacificarsi e di chiudere la partita. Così il Cavaliere ha promesso: «Gianfranco, stai tranquillo. Tutto quello che è stato scritto nel documento della verifica sarà attuato. Avrai la presidenza del Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) e la guida del consiglio di gabinetto. Tutto si può risolvere tra noi, non ti preoccupare». E su questo punto, Fini è tornato a insistere: «Silvio, per il Cipe sai che per trasferirmi i poteri c'è bisogno di un decreto. E quando viene approvato? Sono mesi che ne parliamo». E Berlusconi: «Tranquillo, lo faremo presto, ho detto agli uffici di prepararlo». «Aspetto i fatti, Silvio», è stata la replica. Da parte del premier, silenzio delle fonti ufficiali. Segno che si è trattato solo di un incontro interlocutorio. Fini invece ha visto il coordinatore del suo partito Ignazio La Russa al quale ha detto che il faccia a faccia «è andato benino». Lo stesso numero due, parlando con altri deputati di An ha spiegato che «la cosa più importante della giornata è che è stato recuperato il rapporto umano tra i due, Berlusconi ha dato ragione a Fini e gli ha detto che metterà in pratica tutte le cose decise con la verifica». Il premier invece non è rimasto particolarmente soddisfatto, tanto che discutendo con alcuni suoi collaboratori, ad un certo punto si è chiesto: «Ma Fini ancora non ha compreso che la riforma fiscale fa parte del programma elettorale?». Già, la riforma. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ci sta lavorando intensamente e ha assicurato che partirà «dal basso». «Stiamo lavorando - ha aggiunto - per dare una scossa all'Economia, ne stiamo discutendo. Sulle tasse la riforma sarà semplice e giusta e partirà dal basso. Un po' di soldi in più nelle tasche dei cittadini - ha aggiunto Tremonti - non fanno la felicità, ma aiutano e aiutano anche l'economia». E il ministro del Welfare, il leghista Roberto Maroni ha avvertito: «Se non si vuole aumentare la spesa pubblica e rispettare il Patto di stabilità, occorre togliere tutti i contributi alle imprese e redistribuirli in modo più equo». Ma la Cgil avverte: il calo delle tasse costerà 1,5 punti di Pil, e «meno imposte equivarranno a meno servizi».