Tremonti: pronti gli interventi per il rilancio
E attacca Fazio e Prodi. Parla subito di «un insieme di interventi strutturali per rilanciare l'economia, interventi non limitati al fisco e destinati a determinare una crescita, interventi che certamente lasceranno invariati i diritti civili e sociali». E aggiunge: «Ve ne parlerà il presidente Silvio Berlusconi». «Alcuni degli interventi saranno finanziati in modo strutturale, classico, convenzionale, altri in modo che ci possono sembrare non convenzionali ma non è affatto così», spiega Tremonti. E attacca, dinanzi alla platea del forum Confcommercio di Cernobbio, la Banca d'Italia che «dimentica di fare le ricoperture» mentre altre banche centrali finanziano ricerca e innovazione. E critica pure gli imprenditori. Colpevoli «di smettere spesso di fare industria per fare debiti finalizzati a comprare monopoli». C'è, quindi, del lavoro da fare «per rimettere a posto le cose». A distanza il ministro Maroni attacca: «Annuncio sorprendente. Non ne so nulla. Comunque un grave errore. E lo sarebbe ancora di più se, come dice Berlusconi, nei prossimi giorni il governo deve incontare i sindacati». Tremonti affronta di seguito vari argomenti «caldi». Delle banche italiane, dice, «è meglio non parlare». Poi di nuovo la Banca d'Italia: «Non capisco perchè la Bce, che ha molte più riserve della Banca d'Italia, ha perso sui cambi 4,7 milioni di euro, mentre la Banca d'Italia che ha molto meno riserve della Bce ha perso 4,6 miliardi di euro». Ora è la volta di Prodi e delle sue responsabilità sull'euro (di cui rilancia la necessità della banconota). «È falso, e la falsità risulta anche dalle comunicazioni ufficiali della Commissione europea, quello che dice il presidente della Commissione su un qualche tipo di non preparazione del nostro Paese nel cambio dalla lira all'euro», afferma Tremonti, sottolineando che «Se si leggesse le carte - ha concluso riferendosi a Prodi - eviterebbe di dire quelle robe». E annuncia: «Tra due week-end proporremo una opportuna riflessione sullo scenario europeo». A questo proposito Tremonti ha citato quelli che a suo giudizio sono stati in questo periodo gli «impressionanti elementi di criticità negativi difficilmente prevedibili per chiunque. «Abbiamo avuto due guerre con le conseguenti rotture degli equilibrio geo-politici, c'è stato il collasso della borsa Usa che ha avuto una dimensione simile a quello del '92, è stata avviata una competizione senza regole sul piano dei rapporti commerciali, c'è stato il cambio lira-euro con con il conseguente scalino sui prezzi e in più come ogni altro paese anche il nostro ha avuto i suoi guai tra crisi argentina, Fiat, Cirio e Parmalat». Ora quindi occorre rimboccarsi le maniche a partire, secondo Tremonti, anche dal modo di chiamare le cose: «Per esempio, non chiamiamolo più patto di stabilità e crescita ma patto di crescita e stabilità, perchè non può esserci stabilità se non c'è crescita, la stabilità senza la crescita è un esercizio parecchio complesso».