Berlusconi a Palermo celebra col «popolo» di Forza Italia il decennale della prima vittoria
Tanto che, per festeggiare i dieci anni delle vittoria di Forza Italia alle elezioni politiche del 1994, Silvio Berlusconi è costretto a far salire sul palco un pezzo della platea per l'eccessiva ressa. E fa sistemare decine di vip sul palco alle sue spalle, cosa tra l'altro che il premier detesta visto che preferisce sempre spazi vuoti e sfondi a colore unico. Ma tant'è, il successo del decennale è enorme: oltre ventimila persone si accalcano per ascoltare le sue parole direttamente o attraverso un maxischermo sistemato nel piazzale antistante il Palafiera. «Quasi non credo ai miei occhi, siete, siamo uno splendido fiume che scorre nella direzione della libertà», dice Silvio Berlusconi, guardando il prubblico. E aggiunge: «Mi viene da dire alla sinistra: attenzione, perchè sennò questo fiume lo facciamo scorrere fino a Roma, sempre che ce lo permetta il ministro dell'Interno, che è qui presente». Fuori c'è la solita piccola contestazione degli estremisti di sinistra che con cartelli e striscioni lanciano accuse e insulti contro il presidente del Consiglio. La discesa in campo - «Mi trovavo con Giuliano Urbani quando mi mostrò dei sondaggi che davano la sinistra a più dell'80 per cento dei seggi in Parlamento con il 30 per cento di suffragi, tutto ciò se non fossi sceso in campo. Neanche mia madre era d'accordo, ma poi si convinse». «I vecchi protagonisti della politica non erano riusciti a trovare un accordo con le nuove forze e allora dissi "se non si mette in campo un esercito democratico, sarà costretto a farlo io". Quella che era una "minaccià è diventato pura realtà e mi sono ritrovato a prendere questa decisione». La malagiustizia ci fermò - «Senza quel colpo di malagiustizia e di Palazzo, che privò il popolo di quella maggioranza e di quel governo che avevano scelto, noi oggi saremmo qui a festeggiare non solo 10 anni di vittorie, ma 10 anni di governo». Il premier ha definito «incidente antidemocratico» lo stop che fu dato al primo governo Berlusconi. Troppe cose e uomini vecchi - «Le istituzioni sono ancora piene di cose e di uomini vecchi, c'è ancora un residuo di quello Stato che noi vogliamo cambiare». Il lascito del comunismo - «Il piano delle sinistre è un lascito della più disumana delle ideologie, il comunismo, che vede nello Stato una entità superiore ai cittadini. Il loro concetto dello Stato è opposto a quello che abbiamo noi liberali». La mancata crescita - «Ora l'Italia sta passando un momento di mancata crescita dell'economia, ma la nostra situazione è migliore di altri Paesi come la Francia e la Germania». Il premier ha sottolineato come i fatti internazionali, a partire dall'11 settembre, abbiano pesato sulla situazione economica, ma ha anche che sul versante fiscale il governo ha ottenuto risultati: «Oggi ci sono più di 28 milioni di italiani che pagano qualcosa di meno». 1 milione e 338 mila posti di lavoro - «Avevamo promesso un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro, oggi siamo già a un milione e 338 mila, compresi gli immigrati clandestini diventati lavoratori legali». «Il tasso di disoccupazione era all'11% quando siamo arrivati al governo, oggi è sceso per la prima volta sotto il 9%, all'8,5». Il ponte si farà - Silvio Berlusconi ha assicurato che il ponte sullo Stretto di Messina si farà: «Vi posso annunciare che la società che sta lavorando a questo progetto mi ha garantito che entro pochi mesi bandirà la gara di appalto per la ricerca del general contractor». «La costruzione del ponte è una gioia, ma abbiamo anche l'amaro in bocca per il comportamento della sinistra europea, che è riuscita a far votare contro la sua realizzazione il Parlamento. Ma noi abbiamo aggirato l'ostacolo e il ponte sarà realizzato con assoluta certezza». La riduzione dell'irpef - Il governo è fermamente deciso a ridurre l'Irpef dall'attuale imposta massima del 46% al 33%: «È qualcosa di difficile, da meditare bene, ma noi abbiamo la ferma volont