Vizzini: nessun golpe I cittadini diranno la loro
È così? «Siamo riusciti a portare a termine il primo passo di una riforma ampia della seconda parte della Costituzione votata per la prima volta in aula. Questa riforma realizza una nuova forma di Stato e di Governo. Stiamo avviando il processo vero del federalismo completando la riforma del Titolo V della Costituzione votata nel 2001 dalla precedente maggioranza. Abbiamo aggiunto alcune competenze esclusive alle regioni e tutelato la difesa dell'interesse nazionale, che nella precedente riforma non era sufficientemente salvaguardata». Nella maggioranza c'è sufficiente convinzione o pensa che ci saranno modifiche significative? «Il percorso non è stato in discesa. Ci sono state delle divergenze e abbiamo ragionato a lungo sullo stato delle riforme. Abbiamo trovato delle soluzioni che hanno portato la Cdl a un voto sostanzialmente compatto. Le defezioni al momento del voto si contano su un palmo di una mano. Sarebbe un atto di presunzione pensare che il lavoro fatto sia immodificabile. Dopo la prima lettura delle due letture al Senato conta la direzione di marcia: rafforzare il federalismo e la forma di Governo con un primo ministro scelto dai cittadini e con norme antiribaltone. Inoltre, oggi il Senato diventa una stanza di compensazione tra gli interessi partitico-politici e quelli del territorio». Temete ilrisultato di un referendum confermativo? «L'opposizione può dire quello che può. Io dico per primo, ancora prima del centrosinistra, che la legge di riforma della seconda parte della Costituzione andrà al referendum e alla fine saranno i cittadini italiani a dire se questa riforma gli piace o no, se vogliono un Parlamento con 1000 rappresentanti. A nostro giudizio sono troppi. Inoltre, pensiamo che non sia giusto che due Camere facciano le stesse cose, ma pensiamo che sia giusto la divisione dei loro compiti. Questo è il contenuto delle riforme e alla fine saranno i cittadini a decidere cosa fare. Qui non è in atto nessun golpe. Tutto quello che viene sottoposto al voto dei cittadini è quanto di meglio di possa chiedere per una riforma costituzionale».