Interrogatorio in carcere per i tifosi arrestati
Quali sono stati i colloqui telefonici tra il presidente della Lega calcio Adriano Galliani e il presidente della Federcalcio Franco Carraro. È questa l'ultima richiesta della magistratura romana che indaga sulla sospensione della partita domenica scorsa e sugli scontri fuori dallo stadio Olimpico appena l'arbitro Rosetti ha fischiato due volte per interrompere la partita. Il procuratore reggente Ettore Torri e il pubblico ministero Elisabetta Ceniccola hanno infatti preso contatti con il numero uno del calcio italiano, che due giorni fa si è presentato dal prefetto Achille Serra e dal questore Nicola Cavaliere; un colloquio a porte chiuse per chiedere scusa per ciò che è avvenuto due minuti dopo l'inizio del secondo tempo del match. Le indagini comunque sono solo all'inizio. Oggi saranno interrogati nel carcere di Regina Coeli i tifosi arrestati dagli agenti della Digos, diretti da Franco Gabrielli . Si tratta dei tre giovani giallorossi che hanno scavalcato le vetrate dello stadio e sono arrivati in mezzo al campo per parlare con i capitani delle due squadre e con l'arbitro Rosetti: Stefano Carriero, Roberto Maria Morelli e Stefano Sordini, accusati per ora di violazione della legge sulla sicurezza negli stadi, procurato allarme e violenza privata. Tutti dichiarano di aver agito in buona fede. E davanti al giudice per le indagini preliminari Giorgio Maria Rossi si dovrà sedere anche il quarto tifoso chiuso in cella, il ragazzo di 28 anni fermato dalla polizia il giorno dopo la partita per gli scontri avvenuti fuori l'Olimpico, Sergio Fois. Appena la procura, che ha chiesto la convalida del fermo per gli ultras, verrà a conoscenza della decisione del gip probabilmente stabilirà chi ascoltare per primo nel palazzo di Giustizia. Tra le persone che ha intenzione di interrogare come persone informate sui fatti il presidente della Lega Galliani, i due capitani delle squadre di calcio, l'arbitro Rosetti, il quarto uomo Marco Gabriele e i dirigenti delle rispettive squadre romane. Secondo i magistrati infatti i tifosi scesi in campo avrebbero intimidito i calciatori, versione fino a oggi respinta dal numero dieci della Roma, Francesco Totti durante il suo interrogatorio in questura la sera degli scontri. E intanto anche Aldo Biscardi (nella foto accanto al capo della Digos Gabrielli) è stato convocato in questura per essere sentito come testimone nell'ambito degli accertamenti avviati dopo che un suo collaboratore, Enrico Caccialupi, aveva sostenuto durante la puntata del «Processo di lunedì» di essere stato malmenato dalla polizia in occasione del derby. «La polizia ha verificato che le ferite subite dal mio collaboratore sono vere, diffuse su tutto il corpo e anche più gravi di quelle che si vedevano in televisione», ha dichiarato poi Biscardi una volta lasciati gli uffici della questura.