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Giovani di An, duello Fidanza-Meloni

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La destra giovanile ritrova una vitalità che sembrava aver smarrito e s'avvia a celebrare il suo primo congresso dopo anni di commissariamenti e controcommissariamenti nel più classico faccia a faccia, muro contro muro. Si potrebbe dire che si respira aria da derby, se il paragone non evocasse ricordi ancora freschi. Alla carica di segretario di azione Giovani, l'organizzazione dei ragazzi di An, c'è da un lato Carlo Fidanza e dall'altro Giorgia Meloni. Un milanese e una romana. Un esponente della Destra sociale, vicino al ministro Gianni Alemanno, e un esponente dei «gabbiani» di Fabio Rampelli che confluisce in Destra Protagonista, la componente vicina a Maurizio Gasparri. Fidanza ha presentato ufficialmente la sua candidatura, affermando che sul suo nome «stanno convergendo decine di realtà, anche al di fuori dei confini tradizionali delle componenti interne, desiderose di ridare slancio ad un movimento giovanile che negli ultimi anni è parso troppo appiattito sul Partito e oggi sul Governo. Ag è il primo movimento giovanile di partito, ora dobbiamo riprenderci un ruolo centrale nello scenario politico italiano, da un lato sfidando la sinistra sulle tematiche della globalizzazione e dell'identità nazionale ed europea, dall'altro fungendo da spirito critico di un governo che sui giovani avrebbe dovuto investire di più e meglio». Sulla candidatura di Fidanza converge anche il gruppo giovanile guidato dalla reggente nazionale Emanuela Altilia (vicna al viceministro Adolfo Urso, Nuova alleanza): «È - ha affermato - una candidatura in grado di superare i rigidi schemi delle correnti e di creare una sintesi vera tra le varie anime del movimento. È l'unica opportunità perché il prossimo congresso non si limiti agli equilibri di potere, ma sviluppi un reale dibattito politico rivendicando la centralità e l'identità della Destra ed il rifiuto categorico della subalternità a Berlusconi». Arriva subito la replica della Meloni: «Sono io il pole positioni». E ribadisce il suo programma «per continuare a recitare il ruolo di avanguardia movimentista e culturale anche da organizzazione giovanile di governo». Una richiesta, assicura, che non viene solo dai delegati ma soprattutto dai «giovani disimpegnati e apolitici, stanchi e delusi delle parole d'ordine di una sinistra sempre più «svociata» e distante dalla realtà»: «Non abbiamo più alibi», avverte. «Sono certa - aggiunge - di poter contare sulle adesioni trasversali di tante componenti del mondo giovanile di An». «Respingo - aggiunge - qualsiasi tentazione di far scadere un appuntamento così prezioso come il congresso, che aspettiamo da anni, in un verminaio, in un gioco al massacro, in una ridicola resa dei conti interna. Vogliamo parlare solo e soltanto di politica, di strategie a breve e lungo termine, di riferimenti culturali, di riorganizzazione, di metodo per trasformare le idee in azioni concrete».

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