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Elezioni, scoppia la guerra dei manifesti

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Il listone risponde con una mega-foto di Prodi insieme ai leader del triciclo

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Nelle scritte, si rivendica l'avvio di grandi opere per 93.000 miliari di lire, il calo del 21% degli incidenti stradali con la patente a punti, il calo del 40% degli immigrati clandestini, il calo del 33% delle tasse sulle imprese. Nei fatti la campagna elettorale era cominciata già da giorni, ma l'apparizione dei manifesti del Cavaliere ha colto di sorpresa molti gli altri partiti, dando vita a una piccola bagarre. I partiti dell'opposizione che fanno la lista unitaria per le europee, fanno anche una propaganda unitaria, salvo a svolgere ciascuno la propria per le amministrative. Fino a ieri però per i «prodiani» nelle strade c'era solo un manifesto arancione contenente il simbolo dell'Ulivo e il motto «Uniti nell'Ulivo per l'Europa»,in pratica quello che apparirà sulla scheda elettorale. Ieri all'apparire dei manifesti Berlusconiani l'apparato unitario si è messo in moto ed è stata diffusa la contromossa: un grande manifesto 6x3 con foto di Prodi acclamato insieme ai leader dei quattro partiti, con il simbolo già noto, e con la scritta «Finalmente insieme per l'Europa». Nel pomeriggio Forza Italia si è fatta viva ufficialmente convocando per oggi una conferenza stampa nella quale verrà presentata la campagna di manifesti e comunicazione per le elezioni europee: ai giornalisti parleranno il coordinatore Sandro Bondi, il vice coordinatore Fabrizio Cicchitto, il responsabile del sito internet e comunicazione Antonio Palmieri e il sen. Lucio Malan responsabile della propaganda. Quanto agli altri partiti, An già da circa un mese ha comunicato lo slogan «Un solo interesse da difendere. Gli italiani», e lo ha messo su un manifesto tricolore che reca anche il simbolo del partito e, sotto, l'altra dicitura: «C'è bisogno di alleanza». Altri manifesti, sempre insieme al simbolo di An, ritraggono Fini a Nassiriya con la scritta «Grazie ragazzi - Nel mondo per difendere la pace», o attaccano il carovita ponendosi «dalla parte delle famiglie». Uno, ancora, recita: «La vera vittoria è il pareggio. C'è alleanza tra le donne». Quanto all'Udc, che ha scelto una campagna elettorale più a diretto contatto con i cittadini, ha coniato lo slogan «io c'entro» e avvia un'azione basata sullo sviluppo di questi argomenti, con frasi-richiamo che contengono sempre la parola «centro», come: l'unità del Paese al centro del nostro programma, libertà e valori al centro della scuola il lavoro e le imprese al centro della competizione, la famiglia e la solidarietà al centro della società, il rispetto delle regole e la difesa delle istituzioni al centro della politica. Ma qualche sorpresa in serbo potrebbe averla perché ieri alla società di media che cura la campagna non si dilungavano sui particolari delle mosse in programma. Sobria, non si sa se per scelta o se per necessità, ieri sera si è fatta viva anche Rifondazione comunista che, dignitosamente, ha comunicato che nessun cambiamento c'è nel suo simbolo, che rimane falce e martello.

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