Ddl Gasparri, oggi voto finale alla Camera
Tutti i suoi articoli ieri sono stati votati. Ora, dopo il voto finale di oggi, passerà al Senato. Gasparri soddisfatto, dopo un pomeriggio di silenzio scaramantico, afferma che emerge un «dato politico significativo: la compattezza della maggioranza». Questa la valutazione del ministro, che sottolinea come la Cdl abbia «superato agevolmente una prova decisiva, anche con il voto segreto». Quanto al ricorso alla fiducia di cui si era parlato nei giorni scorsi, «vi ho detto che non era stato ancora deciso: e vi dicevo la verità», ha rivendicato Gasparri. Il segretario dei Ds Fassino ha attaccato il ddl e la maggioranza affermando che «la maggioranza non è poi così compatta, se ci sono circa 30 deputati che continuano a votare con l'opposizione». E risponde Gasparri: «Fassino dice anche che c'è tutto il governo in Aula solo quando si discute una legge che interessa il premier? Ma il segretario Ds sta meglio alla Camera, in Aula, che nei cortei, quando i suoi compagni di viaggio lo fischiano e lo contestano. Anche l'opposizione si mobilita quando ci sono provvedimenti importanti». Ieri infatti fin dalle primissime ore del pomeriggio la Camera era colma. Vengono votati tutti gli articoli, compresi gli «scogli» del 15 e del 25, senza troppi problemi. «Per ora bene, ma ci potrebbero essere delle sorprese, non si sa mai...», afferma Ignazio La Russa e Teodoro Buontempo aggiunge: «È iniziata come una corazzata, ma le vie della politica sono infinite...». Tutto è ok e a questo punto Casini sospende la seduta della Camera. E riaprendo la seduta afferma che oggi riprenderà con l'esame di 35 ordini del giorno. L'opposizione mastica amaro dopo la manifestazione di protesta a piazza Colonna. «Per il momento - afferma Paolo Gentiloni della Margherita -la maggioranza tiene, turandosi il naso e chiudendo gli occhi. Questo non è un bene nè per il pluralismo nè per il sistema radiotelevisivo. Ma non è finita». Ieri intanto sul fronte Rai il CdA della Rai non ha affrontato il riorganizzazione e nemmeno la par condicio (perché l'Annunziata non l'ha messa all'ordine del giorno). Nella riunione di martedì 30 marzo, il Consiglio affronterà il piano industriale triennale» e visto che l'Annunziata non ci sarà dopo Pasqua (perché negli Usa) si è deciso un doppio CdA pre-pasquale il 5 e il 6 aprile. Oltre alle nuove nomine delle società consociate, le novità potrebbero riguardare anche la successione di RaiDue e RaiTre. Ma Cattaneo frena sulle nomine. «Non c'è ancora una data definita - spiega Cattaneo - Il 5 aprile potrebbe essere una data giusta come potrebbe non esserlo perchè sono ancora in corso le consultazioni». Per quanto riguarda le nomine, inoltre Cattaneo puntualizza che è lui a decidere e non la presidente: «Quando sarò pronto - conclude - porterò in cda le mie valutazioni perchè è bene non dimenticare che è il direttore generale a proporre le nomine ma è il CdA a votarle». Sulla par condicio è invece intervenuto Petruccioli che ha fatto inserire nel regolamento che disciplina la par condicio in Rai durante la campagna elettorale delle curiose «clausole di garanzia» per gli esponenti di governo, i segretari di partito e, in genere, i politici candidati alle elezioni europee in modo da limitare la loro sovraesposizione. Insomma meno politici in Tv. Tra i punti della bozza del documento, Petruccioli affronta quello del contraddittorio che ha già creato polemiche nelle settimane scorse in seguito alla presenza del premier Silvio Berlusconi a Porta a Porta. Sulle regole di Petruccioli immediata è la reazione. «Vuole piombare la tv agli italiani», dice il responsabile informazione di AN Alessio Butti, mentre Caparini della Lega afferma: «Già che c'è, Petruccioli potrebbe fornire un elenco dettagliato dei personaggi che potrebbero sostituire in video i volti e le voci dei politici troppo noti»Giu.Cer.