Maggioranza alla ricerca dell'accordo sulla riforma dell'ordinamento giudiziario
È soprattutto dentro Forza Italia, secondo quanto si apprende, che si faticherebbe a trovare un'intesa su alcuni punti-cardine del provvedimento, come quello che riguarda il concorso per accedere in magistratura. Secondo alcuni dovrebbe essere doppio, per giudici e Pm, così come prevede la versione del testo licenziata da Palazzo Madama; secondo altri, unico, cioè uguale per tutti. Oggi è prevista una serie di incontri a tutti i livelli tra gli esperti giustizia della Cdl per vedere di trovare un accordo in extremis. Ma non si esclude, se questo non si dovesse trovare, che il termine fissato in commissione Giustizia per la presentazione degli emendamenti (mercoledì prossimo 24 marzo) possa slittare. «Per ora - dichiara il presidente della commissione Gaetano Pecorella - il termine fissato per la presentazione degli emendamenti è e resta mercoledì prossimo». «È chiaro comunque - aggiunge - che se qualcuno vorrà presentare delle proposte di modifica anche successivamente non ci saranno rigidità. Ma potendo portare in Aula il provvedimento il 5 aprile non vedo perché si dovrebbero ritardare le cose...». Il prossimo 2 aprile infatti, per il testo di riforma dell'ordinamento giudiziario, scade il termine dei due mesi per cui potrebbe arrivare all'esame dell'Aula anche se il suo esame ancora non si è concluso in commissione. «Il Senato - sottolinea Pecorella - ha esaminato questo testo per due anni. Noi lo abbiamo solo da due mesi. Ma è chiaro che se si può fare in fretta perché perdere l'occasione?». Del tutto tramontata sembra invece l'ipotesi iniziale della maggioranza di far presentare al relatore Francesco Nitto Palma (FI) un pacchetto di circa 20 emendamenti a nome di tutto il centrodestra. Se l'accordo non si dovesse trovare, è molto probabile, infatti, che ogni forza politica del centrodestra decida in modo autonomo. Ma quali sono davvero i nodi da sciogliere? E quali sono le differenze? «La vera differenza - risponde il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti, uno dei 4 saggi della Cdl - è tra chi pensa che alle aperture annunciate debbano seguire atti conseguenti e chi pensa invece che queste aperture siano state solo una furbata rispetto alla quale si può far finta di niente. Io appartengo alla prima categoria».