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Ds in guerra: «Non porgeremo più l'altra guancia»

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Resta il gelo con i neocomunisti. Diliberto (Pdci) attacca: «Inevitabile contestare chi sta con An e Fi »

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Ma in silenzio. Piero Fassino è tornato a manifestare anche ieri, sempre a Roma. L'occasione l'ha offerta la Sinistra ecologista, che ai Fori Imperiali aveva organizzato un «sit-in» di sostegno alle politiche ambientali, nel giorno del blocco del traffico a causa dell'inquinamento, al quale ha preso parte anche Walter Veltroni. Fassino è arrivato in compagnia della moglie, non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti, ed è stato salutato da applausi e da incintamenti dei militanti che gli dicevano «forza Piero». Il segretario dei Ds ha parlato, tra i diversi interventi, solo di ambiente: «Oggi il tema della qualità della vita è percepito come molto importante. Ma questo richiede politiche, specie da parte di chi è al governo, per mettere a disposizione dei cittadini tutti gli strumenti necessari. Strumenti che oggi non ci sono». Il giorno dopo l'aggressione ai Ds resta la spaccatura tra la Quercia, che ha al suo fianco i partiti della «Lista Prodi», e gli alleati della sinistra radicale. Piero Fassino incassa la solidarietà di Pier Ferdinando Casini e del ministro dell'Interno Beppe Pisanu, e l'appoggio convinto di Margherita e Sdi. E nonostante Pdci, Verdi e Antonio Di Pietro provino ad abbassare i toni, il «Botteghino» li avverte: ora basta, siate responsabili, non porgeremo più l'altra guancia. Tra i riformisti e i radicali si conferma una distanza netta, conciliare le posizioni non sembra impresa agevole. Il capogruppo del Pdci a Montecitorio Marco Rizzo, uno dei bersagli dell'ira diessina, tenta di rassicurare e smorzare: «I Ds non hanno nemici a sinistra, l'obiettivo comune è battere Berlusconi. Condanniamo in modo assoluto qualsiasi forma di violenza - aggiunge - ma resta l'errore della Quercia di aver marciato, giovedì, a braccetto di Bondi e La Russa». Più duro il segretario dei Comunisti italiani Diliberto: «Per chi manifesta con Forza Italia e An le contestazioni sono inevitabili». Conferma il giudizio critico su tutta la vicenda irachena anche Antonio Di Pietro, il quale, dopo la solidarietà a Fassino, esprime la convinzione che ieri in piazza ci fosse il vero «Nuovo Ulivo». Il verde Paolo Cento chiede un compromesso fra i pacifisti e l'Ulivo e rispetto all'aggressione di ieri denuncia reazioni strumentali da parte di Ds e Margherita. Posizione più sfumata, ma simile, quella di Pietro Folena del Correntone, che giudica un errore il comunicato della Segreteria Ds che accusa esplicitamente gli alleati. Uno dei leader girotondini Paolo Flores D'Arcais definisce «ignobili» le accuse della Quercia ai partiti della sinistra. Netto invece Guglielmo Epifani: «Il movimento isoli i violenti oppure al Cgil se ne va». La Quercia non ha nessuna intenzione di dimenticare in fretta l'accaduto e rilancia. Vannino Chiti avverte gli alleati: hanno passato il segno, i Ds non porgeranno più l'altra guancia. Tutti si assumano le proprie responsabilità, continua, oppure noi saremo intransigenti. L'esponente diessino spiega che le parole di Diliberto, Rizzo, Cento, Di Pietro e Occhetto, nelle ultime settimane, sono state «fuori dal mondo», che si è cercato di strumentalizzare le posizioni dei Ds. Il coordinatore della Segreteria denuncia: «Per un voto in più da ricercare contro i Ds non si possono offrire queste occasioni alla destra». Sulla stessa alinea di Chiti anche Luciano Violante e Gavino Angius, che parla di un'aggressione preparata da «un'odiosa campagna di menzogne che ha assimilato la posizione dei Ds a quella del governo». La Quercia è spalleggiata con forza dagli alleati della lista unitaria, la Margherita e lo Sdi. Secondo Dario Franceschini (Dl) anche nel centrosinistra «c'è chi ha lavorato per dividere per il solito meccanismo malato della visibilità». E se per il socialista Ugo Intini i Ds «hanno rotto una volta per tutte con l'estremismo e l'antipolitica travestiti da pacifismo e questo aiuterà la lista unitaria a vincere le elezioni», il «day after» del corteo della pace fa

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